È come assistere a un film già visto almeno cento volte. Ogni sabato sera, nel perimetro dell’isola pedonale di corso Mazzini, va in scena la solita scazzottata tra minorenni o presunti tali. Non c’è un motivo preciso: succede e basta. Succede così, all’improvviso. Inutile cercare le ragioni, le cause scatenanti, che se anche ci fossero nessuno le direbbe: la consegna del silenzio, il rispetto dell’omertà – in barba a tutti i progetti scolastici sulla legalità – è ciò che sta alla base di certe comitive o dir si voglia “paranze di bambini” cresciute a fiction diseducative, pubblicizzate come un manifesto generazionale e forse per questo (o anche per altro, chissà) abbastanza attraenti (molto di più dei progetti scolastici di cui sopra, per tanti versi inutili visti i risultati). Così all’arrivo delle forze dell’ordine (che qualcuno chiama per scrupolo o carità pelosa) il gruppo si dirada e chi rimane non ha visto, non ha sentito, forse non c’era o era distratto. È successo pure ieri sera, verso le 19,30, a poca distanza da piazza Kennedy, nel punto esatto in cui corso Mazzini incrocia via Miceli.
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