Bastava estrarre quel dente che gli procurava dolore da giorni per salvare la vita ad Eugenio Plastina, il giovane di 29 anni di Corigliano deceduto il 15 marzo dello scorso anno al pronto soccorso del Giannettasio di Rossano dopo era giunto per un ascesso dentale. Il giovane è morto dopo un’intera giornata trascorsa ad attendere una ambulanza attrezzata per il trasporto di un paziente obeso che lo conducesse all’Annunziata di Cosenza. Ufficialmente all’epoca il decesso fu attribuito ad un arresto cardiaco fulminante. Oggi però la perizia disposta dal pubblico ministero Luca Primicerio del Tribunale di Castrovillari che aveva aperto un fascicolo su quella morte sospetta sembra far emergere una verità del tutto diversa. Il consulente tecnico nominato dalla Procura il prof. Matteo Antonio Sacco, specialista di Medicina legale all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro ha in pratica evidenziato la superficialità con la quale il caso è stato trattato , scrivendo nella sua relazione che : «Emergono chiari elementi a sostegno di una evidente responsabilità sia dell’odontoiatra che dei medici del Pronto soccorso che visitarono il Bisogni Plastina in occasione del suo primo accesso in Pronto soccorso. In sintesi la terapia antibiotica prescritta dall’odontoiatra non era certamente efficace (in tal senso sarà utile l’esito della Tac in due proiezioni eseguita prima dell’autopsia) ed il primo accesso in ospedale imponeva il ricovero visto che stava velocemente progredendo la colata di pus dalla cavità orale in cavità toracica causando la mediastinite e il decesso».
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