Una incredibile falla. Testimoniata dal clamoroso risultato ottenuto da una operazione condotta dalla Polizia penitenziaria nel carcere di Corigliano Rossano. Decine di agenti provenienti da altri istituti di reclusione della regione hanno controllato durante un blitz, durato quasi 12 ore, ogni angolo della struttura ritrovando 130 telefoni cellulari nascosti all’interno di celle, bagni, aree destinate al lavoro e alle attività sportive. Con i cellulari - ma in Italia ne è stato sequestrato un numero così alto all’interno di un carcere - sono stati rinvenuti coltelli e sostanza stupefacente di vario genere. L’operazione è stata decisa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) dopo una serie di gravi anomalie riscontrate negli ultimi tempi.
La casa circondariale rossanese ospita detenuti ristretti nel settore dell’alta sicurezza perchè imputati o condannati per fatti di mafia. Non solo: nel penitenziario si trovano nel settore “As2” personaggi legati al terrorismo nazionale e internazionale. A Rossano, negli anni scorsi, vennero trasferiti persino alcuni prigionieri che erano rinchiusi nel famigerato centro di prigionia di Guantanamo, allestito e poi chiuso dagli Stati Uniti. Si tratta di persone inserite nei curcuiti del cosiddetto radicalismo islamico che ha i suoi riferimenti culturali e terroristici nel Daesh e in Al Quaeda. I telefonini, così come le armi bianche e la droga, tuttavia non sarebbero stati trovati nei reparti “abitati” dai presunti terroristi ma nelle altre aree dell’istituto di reclusione.
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