Le imprese... infiltrate. La mafia calabrese coltiva da decenni l’abitudine d’inserirsi nel mondo degli appalti, negli affari societari, nel settore della gestione dei servizi. Un’abitudine che ha consentito a vecchi e nuovi boss di accumulare fortune, approfittando delle colpevoli “distrazioni” di organi inquirenti e autorità di sorveglianza. La sottovalutazione delle manifestazioni - a volte più che evidenti - del potere della ‘ndrangheta ha consentito un capillare radicamento delle cosche lungo l’asse che dal capoluogo bruzio si snoda in direzione nord e sud, nella fascia tirrenica da Amantea fino a Santa Maria del Cedro passando per Paola, Cetraro, Praia e Scalea; in riva allo Ionio partendo da Cariati e raggiungendo la Sibaritide. Nel 2023 la Prefettura bruzia ha emesso 16 interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese ritenute passibili di infiltrazioni criminali. Non solo: sono state avviate altre 6 misure di prevenzione collaborativa a carico di aziende ritenute a rischio. L’attività è frutto di un lavoro di studio e osservazione costanti compiuto nella più assoluta riservatezza da un nucleo di specialisti in grado di leggere tra le pieghe di composizioni societarie, bandi di appalto, strutturazione dei cantieri e reclutamento della manodopera. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza