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Cosenza, lotta ai clan: emesse 16 interdittive antimafia in un anno

L’azione di vigilanza svolta dalla Prefettura ha sbarrato il passo alle cosche decise a infiltrarsi nel mondo imprenditoriale

La prefettura di Cosenza

Le imprese... infiltrate. La mafia calabrese coltiva da decenni l’abitudine d’inserirsi nel mondo degli appalti, negli affari societari, nel settore della gestione dei servizi. Un’abitudine che ha consentito a vecchi e nuovi boss di accumulare fortune, approfittando delle colpevoli “distrazioni” di organi inquirenti e autorità di sorveglianza. La sottovalutazione delle manifestazioni - a volte più che evidenti - del potere della ‘ndrangheta ha consentito un capillare radicamento delle cosche lungo l’asse che dal capoluogo bruzio si snoda in direzione nord e sud, nella fascia tirrenica da Amantea fino a Santa Maria del Cedro passando per Paola, Cetraro, Praia e Scalea; in riva allo Ionio partendo da Cariati e raggiungendo la Sibaritide.
Nel 2023 la Prefettura bruzia ha emesso 16 interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese ritenute passibili di infiltrazioni criminali. Non solo: sono state avviate altre 6 misure di prevenzione collaborativa a carico di aziende ritenute a rischio. L’attività è frutto di un lavoro di studio e osservazione costanti compiuto nella più assoluta riservatezza da un nucleo di specialisti in grado di leggere tra le pieghe di composizioni societarie, bandi di appalto, strutturazione dei cantieri e reclutamento della manodopera.

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