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Corigliano, picchia la compagna al culmine dell’ennesima lite: in manette per maltrattamenti in famiglia e lesioni

Nel tardo pomeriggio di ieri i Carabinieri della Stazione di Corigliano Scalo, supportati da quelli della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento investigativo della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio, hanno arrestato un cittadino bulgaro, residente nello scalo dell’area urbana di Corigliano, gravemente indiziato dei reati di «maltrattamenti in famiglia» e «lesioni aggravate».

Nella circostanza l’intervento dei Carabinieri è stato determinato dalla richiesta di aiuto della donna, giunta tramite il numero di emergenza pubblica 112. I militari hanno raggiunto in poco tempo la residenza della coppia straniera, dove la situazione poteva evolversi con conseguenze ancora più gravi se l’azione dell’uomo non fosse stata interrotta.

All’interno dello stabile dove vive la coppia i Carabinieri hanno potuto rilevare le tracce di quanto era appena accaduto, dove i fatti si erano - tra l’altro - verificati alla presenza di una bambina di pochi anni. Sul posto è stata analizzata la vicenda, anche grazie agli elementi indiziari raccolti nell’appartamento dai militari, mentre la donna è stata portata presso il «pronto soccorso» dell’ospedale di Corigliano, dove le sono state riscontrate delle lesioni diffuse su varie parti del corpo. Una volta ricostruito il quadro della situazione e raccolti tutti gli elementi indiziari, a carico dell’uomo è stato adottato il provvedimento precautelare dell’arresto.

\Del reato commesso nelle mura domestiche è stata data immediata comunicazione al Magistrato di Turno della Procura della Repubblica di Castrovillari. Il soggetto arrestato è stato quindi associato presso il Carcere di Castrovillari, dove rimarrà a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. Il provvedimento restrittivo, adottato nella flagranza della violazione, dimostra come continui a rimanere estremamente alta l’attenzione dell’Arma e della Magistratura verso i reati commessi nei confronti delle fasce più «vulnerabili».

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