Succede qualcosa di molto strano in quel magazzino abbandonato a due passi dall’isola pedonale, in pieno centro. Ogni giorno che i volontari dell’Unità di strada valicano l’uso non protetto da nessuna porta, trovano sempre più siringhe usate, fiale spezzate, fazzoletti inzuppati di sangue e negli ultimi giorni anche tracce ematiche sul pavimento, tra rifiuti e tutto il resto. Scontato che il locale sia usato da tossicodipendenti per iniettarsi una dose, resta da capire cosa provoca tutto quel sangue. Possibile sia solo per l’iniezione dello stupefacente? Se lo chiedono gli operatori dell’Unità di strada dell’associazione “Casa nostra”, braccio operativo della Caritas diocesana, che entrano nel palazzo abbandonato lungo il Crati almeno due volte a settimana quando escono per consegnare un pasto caldo e un po’ d’acqua, ma soprattutto per ascoltare e avvicinare affinché li raggiungano in associazione, ai tanti che sopravvivono in strada o comunque in solitudine.
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