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Checchinato, l’arcivescovo che divide la politica cosentina: Caruso lo esalta, la Lega lo attacca

Dopo la convinta partecipazione alla battaglia per il no all’Autonomia Il sindaco: «La Chiesa lavora per azzerare le disuguaglianze sociali» Battaglia: «Meglio se avesse preso parte a confronto tra le due parti»

«La presenza della Chiesa dove si promuove la persona è un obbligo. Essere dove questo valore è visibilmente riconosciuto, tanto meglio. Questa proposta di autonomia differenziata, ha elementi di base e di sfondo, che ci sembrano contrari all’idea di una comunità che cammina insieme. È grande la paura che chi è povero continui ad essere ancora più povero. Questa paura purtroppo ha delle fondamenta per poter essere paventata. Ecco il perché della presa di posizione forte, per un futuro che ci riguarda come cittadini della Calabria, ma come cittadini, in tutti i casi, totalmente italiani». Monsignor Gianni Checchinato resta sulle barricate, coi sindaci, con la gente del Sud, come ha sempre fatto la Chiesa patrocinando le cause di tutti i Sud del mondo, delle periferie sociali più remote, degli ultimi, dei miserabili. Il presule esercita il suo diritto pastorale di giudicare la dottrina della vita. Un ruolo di influencer che, tuttavia, ha finito per dividere, inevitabilmente, la politica. Il no convinto al regionalismo differenziato del Pastore della diocesi è diventato lo spot per il centrosinistra. E il sindaco Franz Caruso aveva già espresso il suo compiacimento per la preziosa alleanza: «Con il nostro arcivescovo Checchinato sono convinto che il Governo così come la Chiesa devono lavorare per azzerare le diseguaglianze sociali. Ecco perché non smetterò mai di lottare per l’uguaglianza di tutti gli individui e il superamento dei divari, contro una riforma, dunque, che va invece nella direzione opposta, rischiando di dividere l’Italia in 20 “repubblichette”».
Sull’altra riva, però, la scelta integralista di don Gianni non è ben vista probabilmente perché, in piena campagna elettorale per le Europee, rischia di diventare ago della bilancia di un sistema bipolare. E il leader cosentino del Carroccio, Leo Battaglia, mette in guardia monsignor Checchinato: «Rispetto la posizione dell’arcivescovo diametralmente opposta alla nostra, e auspico che un Pastore di anime non divida la sua Diocesi in buoni e cattivi. Purtroppo, con la partecipazione al convegno sull’autonomia, l’autorevolezza dell’arcivescovo è stata contaminata dalla politica di parte e partigiana. Mi sarei aspettato una partecipazione ad un momento di confronto tra le diverse tesi come la Chiesa è solita partecipare sui grandi temi politici. Con il rispetto che è dovuto al nostro presule, gli faccio, però, notare che, a sua insaputa, si è prestato a utilizzare la sua “mitria” come cappello a una manifestazione elettorale e di partito.

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