Prima udienza dibattimentale ieri in corte di Assise a Cosenza per l’omicidio di Pasquale Aquino, il pregiudicato cinquantasettenne freddato a colpi di pistola la sera del 3 maggio del 2023 davanti alla porta della sua casa a Schiavonea.
A finire alla sbarra, rispondendo a vario titolo ai reati contestati, sono stati Francesco Le Pera, di 22 anni ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del delitto, Manuel Intrieri detto Zuzù anch’egli 22enne, Giorgio Arturi, di 40 anni, Bruno Arturi, di 20, e Annamaria Iacino, di 37, moglie di Giorgio Arturi.
Gli imputati devono rispondere anche del tentato omicidio del pregiudicato Cosimo Marchese, 39 anni, detto “Il diavolo” avvenuto solo un mese dopo l’omicidio di Aquino, ossia il 1 giugno, in contrada Pirro-Malena.
Anche Marchese è stato vittima di un agguato mentre tornava a casa, rimanendo ferito dai colpi di arma da fuoco esplosi da un furgone che gli ha tagliato la strada. A questi reati bisogna aggiungere anche quello di detenzione e l’occultamento d’un arsenale d’armi in contrada Fabrizio dove sono state trovate anche le armi utilizzate per compiere i due delitti. Nel corso dell’udienza di ieri le difese degli imputati, rappresentate dagli avvocati Giovanni Zagarese, Gianni Scatozza, Pasquale Di Iacovo e Antonio Pucci, hanno sollevato una serie di eccezioni preliminari, chiedendo di dichiarare la nullità del decreto di rinvio a giudizio poiché alcuni atti relativi alle indagini preliminari non sarebbero leggibili, contestando anche il fatto che non sarebbero state messe a loro disposizione tutte le intercettazioni telefoniche ed ambientali ritenendo di conseguenza che le stesse non sarebbero utilizzabili in dibattimento.
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