Si vive ancora di viaggi della speranza in questo lembo di Calabria, dove la sanità oscilla tra promesse e delusioni, sogni che si trasformano facilmente in incubi e dove in ogni caso si arranca. I viaggi però non sono da intendersi di quelli alla ricerca di un polo ospedaliero attrezzato per affrontare una qualche delicata operazione. No in realtà sono più brevi, perché si resta in regione, anzi in città, solo che bisogna fare la spola tra i due ospedali per banali esami di consulti medici o anche per le analisi. È il caso dell’ospedale Guido Compagna di Corigliano, dove da qualche mese è andato in pensione il cardiologo. Venendo meno questa unità la situazione già non semplice si è venuta a complicare ulteriormente per i pazienti ricoverati nei reparti di degenza del nosocomio ausonico. Ciò perché un degente che deve essere sottoposto ad una visita per un consulto o un Ecg ed ecocardiogramma, quindi esami di routine per qualsiasi ospedale devono essere caricati in barella e portato all’ospedale Giannettasio di Rossano. Quale situazione tampone pare si sia ricorso all’impiego di un cardiologo “a gettone” per coprire l’ambulatorio cardiologico di Corigliano, ma quanto si è appreso solo per i prenotati esterni e non per i ricoverati.
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