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Nuovo ospedale di Cosenza, una mischia politica

Da mesi Comune e Regione litigano sull’ubicazione della nuova struttura, nello scontro fa irruzione la Provincia. Succurro si difende: «Occhiuto non mi ha informato». Il centrosinistra la attacca

Il progetto del nuovo ospedale nella spianata di Vaglio Lise è già in rovina. Inesorabilmente, il moderno hub da 705 posti letto, nato sette anni fa in mezzo alle carte di uno studio di fattibilità che lo aveva autorizzato, sta scomparendo in un orizzonte sbavato di rabbia. Palazzo dei Bruzi aveva immaginato di portare le ruspe in quell’area immensa, che s’allarga su 12 ettari, tra il fiume, la ferrovia e il quartiere di via Popilia, entro la fine del 2027 (o al massimo per gli inizi del 2028). Tempi garantiti dal cronoprogramma che nell’aprile dello scorso anno l’Inail aveva comunicato all’Azienda ospedaliera e alla Regione con una nota firmata dal direttore centrale dell’Istituto, Carlo Gasperini, e che prevede anche lo stanziamento di 349 milioni di euro per la “Realizzazione del Nuovo Ospedale di Cosenza” e di altri 45 milioni per la “Cittadella della Salute di Cosenza”. A distanza di undici mesi, però, di quel progetto restano solo le cicatrici. E tutto intorno macerie di una guerra che si combatte sull’asse Cosenza-Catanzaro.

La pietra d’inciampo per il nuovo hub a Vaglio Lise è stata la legge regionale sulle fusioni amministrative che è servita alla Regione per allargare il perimetro urbano di Cosenza intorno a Rende e Castrolibero. Un progetto di città unica che ha spinto sull’aggiornamento dell’ubicazione del presidio non più come unica possibilità a Vaglio Lise ma come opzione all’interno di una rosa allargata anche all’Unical e a una terza sede da individuare. E quel decreto dirigenziale con cui è stata modificata l’iniziale indicazione della sede unica ha segnato l’inizio della guerra santa. Uno scontro che produce veline e veleni. Comune contro Regione. E da martedì anche Comune contro Provincia. Franz Caruso ha individuato quello che ritiene un indizio-verità sulla definitiva scelta dell’Unical, in un post pubblicato dalla presidente Rosaria Succurro sul suo profilo social: «Il governatore Roberto Occhiuto non ci ha informati». Ombre in mezzo a uno scenario compromesso da tensioni e colpi proibiti. C’è stato persino un ricorso alla magistratura amministrativa. Si litiga per un ospedale che rimane stampato su una mappa senza coordinate, stretto in una camicia di forza che vede fronteggiarsi culture e ideologie politiche diverse. Una mischia convulsa e fragorosa sul nulla: l’opera è ripetutamente entrata e uscita dalle stanze dei burocrati, e ha visto la luce finora solo dentro montagne di carte, di schizzi, di relazioni.

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