I lavoratori di Abramo Customer Care, Ennova, Gruppo Distribuzione e Konecta, sostenuti dalle sigle sindacali hanno scioperato stamattina a Cosenza (davanti alla prefettura) contro la decisione, da parte di TIM, di ridurre loro i volumi di traffico attualmente gestiti. Sono stati anni burrascosi per le aziende che hanno gestito le commesse del customer care di TIM, un’azienda che da ex-monopolista di Stato è stata negli anni abbandonata al mercato senza alcun criterio né tutela e che ha quindi trasformato radicalmente la mission. A subire le ricadute più pesanti della politica di riduzione dei costi di TIM verso i propri outsorcer, è stata proprio la Abramo Cc, all’epoca (2018) suo primo partner commerciale, che ha visto erodere il suo fatturato da circa 80 milioni nel 2017 a soli 18 milioni del 2023. Nel protrarsi di questo scenario, TIM ha comunicato i primi di dicembre alla Abramo Customer Care in amministrazione straordinaria che non gli avrebbe rinnovato il contratto di fornitura dei servizi consumer sui quali erano impiegati poco meno di 500 persone (493 per la precisione). Con queste a rischiare il posto ci sono altre 500 persone impiegate nelle attività business. I sindacati hanno ottenuto una proroga fino al prossimo 30 giugno, data prevista per la fine della commessa Tim.
Con la protesta i lavoratori, la Slc Cgil e le altre sigle sindacali chiedono di sostenere le rivendicazioni delle parti sociali e dei lavoratori, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e gli impatti sociali nelle aziende del settore e di sollecitare l’apertura di un tavolo di crisi permanente per la vertenza della ex Abramo CC in As, al fine di scongiurare una tragedia sociale che impatterebbe su oltre 1000 lavoratori e le loro famiglie nelle provincie di Catanzaro Cosenza e Crotone.
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