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Cosenza, scandalo del “Papa Giovanni” depositate agli atti le dichiarazioni del vescovo Agostino

Una montagna di soldi. E un istituto religioso di accoglienza prima chiuso e poi fallito. Sullo sfondo un’inchiesta penale conclusasi con la condanna definitiva di un ex monsignore che amministrava la struttura e una valanga di debiti rimasti inevasi.
Una storia quella dell’istituto “Papa Giovanni XXIII” di Serra d’Aiello divenuta di nuovo imbarazzante per la chiesa cosentina per via della richiesta di pagamento di 120 milioni di euro avanzata dalla società romana con capitali belgi “Comabio” che ha acquistato dal fallimento i crediti esigibili. La compagine con sede legale in riva al Tevere ha citato in giudizio davanti al Tribunale civile bruzio l’ex sacerdote Alfredo Luberto amministratore della struttura e già giudicato in sede penale e l’Arcidiocesi di Cosenza e Bisignano per ottenere il pagamento della ingente somma. Luberto, che nel frattempo ha lasciato l’abito talare, non si è costituito in giudizio e verrà pertanto giudicato in contumacia, dovrà comparire davanti al giudice delegato alla trattazione del procedimento, Giusi Ianni, l’otto maggio prossimo. La Curia, invece, si è costituita con l’avvocato Francesco Ventura del foro di Roma, respingendo la domanda avanzata dalla “Comabio” che è invece rappresentata in Calabria dall’avvocato Mario Paolini, associato del celebre studio legale bruzio.
L’otto maggio dovrà essere pure sentito, ma nella veste di testimone, l’arcivescovo emerito di Cosenza, monsignor Salvatore Nunnari che fu chiamato a gestire la difficilissima fase della dismissioni del “Papa Giovanni” con il trasferimento dei pazienti e le proteste dei dipendenti rimasti senza posto e stipendio.
L’avvocato Paolini a sostegno della richiesta di pagamento dei crediti vantati dalla società capitolina ha depositato al fascicolo del procedimento i verbali contenenti le dichiarazioni rese il 23 luglio del 2007 alla Guardia di Finanza - quando scoppiò lo scandalo con l’arresto dell’ex sacerdote Luberto - dal defunto arcivescovo prima di Crotone e poi di Cosenza, Giuseppe Agostino.

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