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Cosenza, la donazione di anfore e reperti di Bilotti che nessuno vuol ricevere

La collezione del mecenate. Carlo Bilotti Ruggia d’Aragona erede e prosecutore di una famiglia di appassionati d’arte e di storia vorrebbe donare al Comune una straordinaria raccolta di reperti archeologici di varia fattura e provenienza di cui è proprietario e custode.

La collezione è “vincolata” perchè definita con decreto dal ministero della Cultura del nostro Paese come di “eccezionale interesse” storico e archeologico. Già, perchè contiene “pezzi” risalenti al terzo millennio prima di Cristo - la cosiddetta “Età del bronzo - e poi al quarto, quinto e sesto secolo avanti Cristo con figurazioni nere e rosse legate al mondo magnogreco e al mondo italico degli apuli, i campani, i siculi. Ma la mole di reperti comprende pure tracce etrusche e fenicie cioè di popoli entrati in contatto con la Calabria.
«Vorrei donare a Cosenza questo patrimonio frutto di una lunga attività di ricerca della mia famiglia nelle aste e poi integrato con ulteriori reperti nel corso del tempo. E vorrei farlo con finalità didattica perché potrebbero consentire agli studenti di approcciarsi al mondo antico considerato che in molti reperti sono raffigurati i miti e gli eroi di epoche lontane. Miti ed eroi che vengono studiati stabilmente per esempio nei licei. Non solo: l’offerta visione al pubblico di tutto questo materiale consentirebbe pure di rapportarsi con gli usi, le produzioni artistiche e l’intero mondo antico».
Guardando ai reperti della collezione si rimane senza fiato: è vero ci sono Persefone, Minerva e poi Ercole, Ermes.

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