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Cosenza, la Pasqua amara della professoressa Alimena: “Mi ha rubato il deambulatore. A che pro tutto questo?”

La denuncia della docente con disabilità: «Culturalmente dobbiamo crescere»

Una Pasqua amarissima per Enrichetta Alimena, docente e formatrice cosentina con disabilità. Nei giorni scorsi il suo deambulatore, che le serve per essere autonoma negli spostamenti, è stato rubato. E nonostante gli appelli e l’indignazione manifestata sui social network – magari con la speranza di far arrivare il messaggio al destinatario, sperando in un passo indietro – il deambulatore non è tornato a casa. Al di là del danno nel breve periodo, perché durante le Festività pasquali la professoressa Alimena non potrà utilizzare il suo prezioso supporto, a far male è aver scoperto fino a che punto possano spingersi la cattiveria e l’ignoranza umana. Ecco perché, nei giorni scorsi, il deambulatore era stato momentaneamente parcheggiato a pochi passi da casa, alla fine della traversa di via don Minzoni. “A chi potrà mai interessare?”, si sarà chiesta la docente cosentina (si occupa di progettazione in un ente di formazione, è una giornalista e al contempo ricopre il ruolo di docente nei laboratori del Corso di specializzazione sul Sostegno all’Unical) mentre lasciava l’ausilio. «Avendo il mio bastoncino di supporto», conferma, «mi sono temporaneamente allontanata insieme ad altre persone. Al mio ritorno ho scoperto il furto, con mio sommo rammarico. Sinceramente non pensavo potesse essere ritenuto un oggetto così “interessante”. Nei prossimi giorni presenterà la denuncia. Ho atteso che l’autore del gesto si ravvedesse, ma evidentemente è stato tutto inutile. Ciò che fa più male è che mi hanno privato della mia libertà, della mia autonomia. Stiamo lavorando tanto per cambiare una mentalità che ignora cosa possano generare alcuni atteggiamenti e alcune scelte, ma la strada è ancora lunga, evidentemente».
Dopo aver fatto presente il furto sui social, la professoressa Alimena è stata sommersa dalla solidarietà istituzionale, delle associazioni e anche della gente comune. «Alcuni hanno anche pensato di avviare una colletta per acquistare nuovamente il deambulatore», svela, «e sono lusingata da cotanta attenzione. Purtroppo è stato commesso un furto a me ma anche alla collettività, perché il prezioso strumento di supporto è stato acquistato anche con il contributo del Sistema sanitario nazionale. Adesso bisognerà riaprire la pratica per ottenere il nuovo deambulatore e ci vorrà un po’ di tempo per riaverlo».
Eppure la città dei bruzi, come anche Roma – si trova spesso per questioni lavorative a recarsi nella Capitale – le hanno sempre mostrato grande solidarietà. «Mi muovo anche grazie al supporto di chi mi circonda e tutti si dimostrano sempre molto gentili e disponibili», sottolinea la docente. «Certo, ci sono ancora delle criticità nelle nostre città, che non si presentano ancora a misura di persone con disabilità. Soprattutto se prendiamo in considerazione i trasporti: anche in questo caso, la strada che ci attende è lunga, perché i servizi non sono adeguati per le persone con disabilità». Al di là del furto, che resta di una gravità assoluta, il caso della professoressa Alimena ha contribuito ad accendere un riflettore sul problema delle “barriere”. Che quando non sono architettoniche, si presentano sotto forma culturale e sociale.

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