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Città unica a Cosenza, il fronte del “No” prova a scalare quota 5mila

Sono le firme necessarie per la proposta di legge regionale contro la fusione. In trincea anche il Psi rendese con il leader Francesco Tenuta: «Siamo di fronte a un’azione di annessione per incorporazione»

«Ribadiamo la nostra contrarietà rispetto ad una proposta di legge di fusione che pone in pericolo i più elementari principi costituzionali e democratici del nostro paese. Parlare di fusione è un eufemismo. Siamo di fronte, invece, ad un’annessione per incorporazione di Rende – oltre che di Castrolibero – che elude qualsivoglia procedura democratica e partecipativa, approfittando, peraltro, in maniera subdola, del commissariamento della città».
Anche il Psi di Rende, attraverso il segretario Francesco Tenuta, vuole entrare nel dibattito sulla città unica. L’obiettivo è ormai noto: si punta a racimolare 5mila firme, attraverso un notaio o (anche) un semplice consigliere provinciale, per presentare e dare forza alla proposta di legge regionale che il comitato per il “no” promuove da alcune settimane. Tornando al Psi, Tenuta dice che «forse, i proponenti di questa legge scellerata dovrebbero fare un ripasso delle nozioni basilari di educazione civica, per arrivare a comprendere, finalmente, il vero significato del dettato costituzionale, dell’ordinamento dello Stato, di una Regione, di un ente territoriale, nonché del ruolo dei cittadini all’interno delle istituzioni».
Per lui «una città unica non si costruisce mortificando i consigli comunali che sono diretta espressione della comunità locale; non si costruisce mortificando la partecipazione dei cittadini; non si costruisce sulla carta, attraverso uno studio di fattibilità che non ha i connotati di uno studio e che non approfondisce le criticità o le opportunità di un processo di fusione delle città interessate». D’altronde, per Tenuta, «basta solo pensare che Cosenza ha una situazione di disastro economico e finanziario, creata da chi oggi vuole a tutti i costi la Città Unica, che non può gravare anche sulla comunità di Rende, così come su quella di Castrolibero. Siamo di fronte ad una evidente forzatura legislativa di chiaro stampo autoritaristico ed antidemocratico. E non si venga a dire che la legge omnibus che ha estromesso i consigli comunali dal processo decisionale sia legittima perché il Governo nazionale non ha impugnato tale legge: i Governi amici, infatti, non impugnano le leggi», la chiosa. Poi, l’attacco: «Insieme a tutte le forze civiche della città, alle associazioni culturali, a molti docenti universitari e alle migliaia di cittadini di ogni ceto sociale, abbiamo, quindi, dato vita al comitato per il No alla proposta di fusione, proprio per condurre una battaglia di ripristino delle regole democratiche e di legalità contro l’insano tentativo di annessione. Non è un caso che nella mattinata del 22 marzo scorso abbiano depositato, come comitato, presso gli uffici del Consiglio Regionale calabrese la proposta di legge che mira a rafforzare il ruolo delle municipalità coinvolte in un progetto di fusione», dice il Psi, accodandosi – di fatto – alla battaglia politica.

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