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Cure e assistenza a numero chiuso. E l’Ugl mette nel mirino... l’Asp di Cosenza

Il leader provinciale Nucci: la cattiva distribuzione dei presidi genera disagi

Per troppi anni l’algoritmo dell’offerta di cure e assistenza in Calabria ha seguito stabilmente le orme incerte della curva finanziaria. Debiti e tagli hanno imbottito le viscere della sanità di muffe e tossine. Un cerchio di fuoco che ha stritolato l’architrave sul quale era stato impalcato il sistema-salute. E da tredici anni star male in Calabria è diventato un problema perché negli ospedali non ci sono più posti per ricoveri e dentro i Pronto soccorso i pochi dottori in servizio si muovono in labirinti di dolore tra corpi schiacciati e parenti arrabbiati.
Il leader provinciale dell’Ugl, Guglielmo Nucci, prova a mettere in fila i mali del sistema salute: «Cos’è più preoccupante nella Sanità? La gestione “anarchica” nei Cup o la ben più grave emergenza delle liste di attesa, irresponsabilmente malgestita, con assurdi problemi di interazione dei sistemi informativi fra Asp, Aziende Ospedaliere e medici? Un corto circuito che impedisce di accorciare i tempi delle visite specialistiche per giunta omettendo colpevolmente, qualora non si rispetti l’appuntamento stabilito per cui si è costretti a visite specialistiche a pagamento, di consentire il ricorso alla legge che consente di ottenere il rimborso dell’Asp quando l’attesa supera le soglie massime stabilite».

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