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Agenti aggrediti, droga e telefonini: nel carcere di Rossano l’emergenza è ormai il “pane quotidiano”

Il carcere di Rossano

Sul carcere di Corigliano Rossano aleggia l'inchiesta che ha aperto la Procura della Repubblica di Castrovillari dopo gli innumerevoli rinvenimenti di smartphone e droga che si sono susseguiti nel giro di pochi mesi. Ma in attesa degli sviluppi dell'inchiesta coordinata dal procuratore capo Alessandro D'Alessio restano ancora inquietanti gli scenari che interessano il reclusorio che ha sede nell'area urbana di Rossano.
È un quadro allarmante quello che emerge dalle numerose criticità che interessano il carcere, luogo in cui è necessario interrogarsi sui livelli di sicurezza, poiché le notizie che giungono dalle alte mura della struttura di contrada Ciminata Greco impongono una riflessione non più rinviabile. Anche perché per livelli di sicurezza si intende sia quella degli agenti della polizia penitenziaria, oggetto da tempo di una escalation di episodi di aggressione, ma anche quella per evitare che vi siano infiltrazioni dall’esterno visto che ormai nelle celle arriva con estrema facilità sia la droga che i telefonici cellulari. Altro aspetto che va considerato è anche quello relativo alla presenza di detenuti affetti da problemi mentali che risultano di non facile gestione, che va di pari passo anche con episodi che pure si sono verificati di suicidi e tentati suicidi. Un interrogativo posto dai sindacati di categoria era anche quello di capire in base a quale criterio vengono assegnati o addirittura riassegnati al carcere di Corigliano Rossano detenuti che già sono stati protagonisti di disordini in altri istituti di pena. Il tutto inserito in un contesto di carenza endemica di organico.

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