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Giallo a Cosenza, trovato esanime in corridoio. Muore in pronto soccorso. Esposto dei familiari. I colleghi: “Addio, Mario. Dura da accettare”

È deceduto in pronto soccorso Mario Tarasi, l’infermiere di 53 anni trovato in fin di vita nel corridoio del reparto di riabilitazione. Nonostante i sanitari abbiano fatto il possibile per tenerlo in vita, l’uomo – che da tempo era in servizio nel reparto di chirurgia vascolare dell’Annunziata – è spirato poco dopo il trasporto nel reparto delle emergenze-urgenze.
E benché la direzione dell’ospedale avesse già avviato le procedure per stabilire le cause del decesso – al momento attribuite a un generico malore improvviso – i famigliari del cinquantatreenne hanno presentato una denuncia nella stazione dei carabinieri. È stato quindi disposto il sequestro della salma e nei prossimi giorni, si presume, sarà dato incarico al medico legale per l’esame autoptico.

L’uomo stamattina, libero dal servizio, si era recato nell’ambulatorio della riabilitazione. È stato trovato a terra, esanime, nel corridoio della struttura ospedaliera. Sono quindi partiti i soccorsi. Dai primi riscontri – evidentemente da verificare – dopo il primo tentativo di rianimazione sul posto il 53enne è stato trasferito in pronto soccorso dove i sanitari hanno provato in tutti i modi di strapparlo alla morte. Ogni tentativo, però, è risultato vano. I famigliari dopo aver appreso la notizia hanno presentato un esposto per accertare le cause del decesso.

Medici, infermieri e Oss sono ancora sottoshock per quanto accaduto. Sui social è stato manifestata tutta l'incredulità per la prematura scomparsa dell'infermiere. «Mario mio, che brutto scherzo! Rip grande amico e collega mio!»; ancora: «È proprio vero che siamo un soffio d'aria. Mi auguro che Dio ti apra le braccia caro collega. Un professionista di alto livello, un uomo sempre disponibile»; «Ma come può essere possibile? La tua ironia sottile, uno dei miei allievi preferiti e poi il collega, anzi, l'alunno che ha superato la maestra. Sono orgogliosa di te».

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