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Truffe in agricoltura a Cassano, in centoquaranta davanti ai giudici per il processo “Kossa 2”

Prima udienza ieri nel tribunale di Castrovillari del dibattimento istruito dalla Dda

Sono comparsi questa mattina davanti al tribunale collegiale di Castrovillari gli oltre 140 imputati del processo “Kossa 2“, l’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro, nata dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Cosenza, sotto il coordinamento investigativo del pubblico ministero Alessandro Riello. Si tratta dell’inchiesta sui presunti falsi braccianti della Sibaritide che, secondo l’accusa, avrebbero favorito le cosche di ’ndrangheta degli Abbruzzese e dei Forastefano. Per l’ufficio inquirente antimafia, coordinato ad oggi dal procuratore vicario di Catanzaro Vincenzo Capomolla, i presunti falsi braccianti avrebbero beneficiato di indennità fittizie di disoccupazione e di malattia. Le attestazioni per i pm antimafia sarebbero però fittizie in quanto le giornate di lavoro non sarebbero mai state effettuate. Ciò sarebbe stato ideato al fine di ottenere illegittimamente vantaggi finanziari. Nel processo ordinario non figurano le imputate Maria Teresa Sammarro, Delia Scorza e Patrizia Campana hanno seguito una strada alternativa. Nel caso di Maria Teresa Sammarro v’è stato un patteggiamento della pena a un anno di reclusione, mentre Scorza e Campana, attraverso i rispettivi avvocati di fiducia, hanno invocato una richiesta di messa alla prova accordata dal giudice del tribunale distrettuale di Catanzaro. Stralciate infine le posizioni di quattro imputati che allo stato sono irreperibili. Nella prima udienza, una parte del collegio difensivo ha sollevato alcune questioni preliminari relativamente a un capo d’imputazione. Quella di ieri è servita sostanzialmente a richiedere i mezzi di prova. Il dibattimento partirà nella prossima seduta.

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