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A Cosenza un processo per dire «no» al cyberbullismo

Simulazione in tribunale degli alunni della 5. A della Primaria “Lydia Plastina Pizzuti”

C’era il giudice e anche la giuria e poi gli avvocati, gli imputati e la vittima d’un presunto atto di cyberbullismo. Sembrava un un processo vero quello che si è svolto nei giorni passati nell’aula della Corte d’Assise del tribunale bruzio e ha avuto come protagonisti gli alunni della 5. A della Primaria “Lydia Plastina Pizzuti” di via Misasi, diretta dal préside Massimo Ciglio. L’uscita didattica degli allievi dell’ultimo anno – accompagnati dalle insegnanti Patrizia Rosa, Antonella Bernarda e Fabiola Vencia – rientra nel progetto “Ciak : un processo simulato per evitare un vero processo”. Si tratta di un articolato percorso di educazione e sensibilizzazione alla legalità ideato dal Presidente Luciano Trovato presidente del Tribunale dei minorenni di Firenze e promosso dall’Associazione Ciak Formazione & Legalità, attuato in Calabria ed in altre regioni d’Italia, con la collaborazione di diversi Tribunali, ordinari e minorili, delle Camere Minorili e con il prezioso contributo della Fondazione Carical e dell’Associazione Nazionale Magistrati (nazionale e di Catanzaro), Aimmf di Catanzaro e Catania, Callipo Group, che da anni ne condividono il fine educativo. All’iniziativa – nel corso della quale è stato messo in scena un processo sceneggiato dal regista Maurizio Pancaro – hanno partecipato gli avvocati Roberta Mallamaci (presidente dell’associazione “Ciak”) e Annarita De Franco e Marica Francesca, componenti del sodalizio che da anni si occupa di prevenzione in tutt’Italia. La finalità del progetto è quella di sensibilizzare i ragazzi sul tema della legalità coinvolgendoli in prima persona – insieme ai loro insegnanti – in un percorso didattico che ha il compito di formare cittadini responsabili e preparati all’osservanza delle norme che regolano una corretta convivenza civile.

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