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Quattro scosse di terremoto ad Acri. La più forte di magnitudo 3 avvertita anche a Cosenza e Corigliano Rossano

La Calabria, tutta la Calabria, quella compressa tra le fragili ossa nelle viscere della terra, non smette mai di scuotersi. I suoi tremori s’affacciano in superficie, qualche volta sembrano minacciosi, qualche altra restano confinati nella spossatezza di statistiche che non assomigliano a niente. Movimenti che piegano le faglie sulle quali poggia l’intero meridione. Scosse in acqua e sulla terraferma, in pianura e in montagna. L’ultima, in ordine di tempo, è quella delle 23.35, localizzata tra Acri e Longobucco, alle porte del Parco nazionale della Sila. Un sussulto di assestamento con un valore solo strumentale di 1.2. L’ultima di una breve sequenza cominciata col terremoto delle 22, a 12,3 chilometri di profondità, con una magnitudo di 3 gradi Richter. Un sussulto che è arrivato fino ai piani alti dei palazzi di Cosenza. Segnalazioni anche da Rende, Luzzi, da Spezzano della Sila, da Casali del Manco, da Castiglione Cosentino e da Corigliano Rossano. Poi, altri due scuotimenti, entrambi da 2.1 Richter: il primo, subito dopo, alle 22.01, il secondo alle 22.26. Una crisi sismica in un’area particolarmente esposta al rischio.

Proprio nell’edizione della Gazzetta di ieri, il rettore emerito dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, si appellava affinché gli amministratori locali attuassero al più presto i piani di Protezione civile perché il terremoto è un movimento che non si ferma mai nella pancia del Cosentino. I sussulti sono l’impronta genetica di un territorio con l’etichetta del rischio elevato dove le fratture nel grembo della terra sono vertigini che seguono schemi reticolati. Nella zona, a non più di 5 chilometri, alle 12.50 del 5 giugno del 2021 era stato registrato un terremoto ancora più forte da 3,5 gradi Richter. E sempre nello stesso distretto, il 29 novembre del 2018 ne fu registrato un altro da 3.4 a Luzzi. Il 25 marzo del 2014, invece, a 15 chilometri di distanza, si registro un sisma da 3.6, nell’area di San Giovanni in Fiore.

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