«Negli ultimi tempi assistiamo in tutta Italia a uno spiacevole attacco a Centri di aiuto alla vita (Cav) e Movimenti per la vita (Mpv) sia attraverso atti vandalici che interventi mediatici». Lo denunciano le responsabili di Cav e Mpv della diocesi di Cassano allo Jonio, Rosella Antonelli e Filena Alfano, commentando il reportage dell’inviata d’una trasmissione nazionale, la quale si è presentata all’ospedale di Castrovillari, fingendosi una paziente intenzionata all'interruzione volontaria di gravidanza per registrare il dialogo all’insaputa dei volontari e delle volontarie per «mettere in cattiva luce il nostro operato». Eppure, aggiungono Antonelli e Alfano, «la nostra è una sfida a una mentalità di morte, una proposta per una rivoluzione culturale positiva per costruire una società accogliente verso ogni vita umana a cominciare da quelle più vulnerabili e fragili, per prevenire l'aborto e aiutare le troppe donne costrette ad interrompere la gravidanza per indigenza, emarginazione, abbandono, violenza, pressioni familiari o ambientali».
Figli e mamme
Le due presidenti, garbatamente, rispondono al reportage raccontando il loro impegno al fianco delle donne e dei bambini, e snocciolando i risultati conseguiti sinora. «La quotidiana presenza del Centro di aiuto alla vita di Cassano, in ospedale dal 2002, ha portato risultati innegabilmente positivi con la nascita di circa 415 bambini (numero in difetto poiché di molti esiti positivi non si ha documentazione). Si sottolinea inoltre che i colloqui mirano a valorizzare i sette giorni previsti dalla legge 194 affinché la donna possa riflettere sulla reale presenza del figlio e, col sostegno affettivo, psicologico, medico, legale ed eventualmente anche economico (attraverso il Progetto Gemma), possa valutare soluzioni alternative all'aborto. I Cav sono sempre fedeli alla loro missione, animata da uno sguardo contemplativo sul figlio nel grembo della mamma e sulla mamma, entrambi persone, preziosi, abbracciati».
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