L’ex imprenditore pentito. Luca Talarico, 43 anni, impegnato nel settore agricolo come personaggio di riferimento della cosca Forastefano di Cassano, collabora con la giustizia dal novembre dello scorso anno.
Ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Vincenzo Capomolla, ha rivelato molti segreti inconfessabili della ‘ndrine sibarite. Ieri il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Cava, ha depositato in Corte di appello il primo verbale contenente le dichiarazioni del pentito. Si tratta di una manciata di fogli falcidiati dagli “omissis” nei quali l’ex imprenditore ammette le proprie responsabilità e descrive i ruoli dei componenti del gruppo al quale era legato.
La produzione documentale ha anticipato l’arringa difensiva dell’avvocato Adriana Fiormontie che assiste il il collaboratore nel processo di secondo grado nato dall’operazione “Kossa. L’inchiesta, coordinata dal pm distrettuale Alessandro Riello ha prodotto in prima istanza una raffica di condanne tra cui quella dell’odierno collaboratore a 12 anni di reclusione.
Il legale, ponendo in rilievo il concreto apporto collaborativo fornito in questi mesi dal suo assistito alla magistratura inquirente, ha sollecitato alla Corte il riconoscimento delle diminuenti di pena accordate ai collaboratori e la concessione delle attenuanti generiche. Il rappresentante della pubblica accusa invece, nonostante la ufficializzazione delle scelta di ravvedimento dell’imputato, non ha inteso modificare le proprie richieste già rassegnate in altre udienze, Talarico, insomma, rischia di ritrovarsi sul groppone la condanna di primo grado. Toccherà al collegio giudicante valutare fatti e atti e poi decidere.
L’imprenditore, originario di Spezzano Albanese, viene indicato dalla Dda di Catanzaro come vicino a Pasquale Forastefano punto di riferimento - a parere della pubblica accusa - della omonima consorteria attiva da tempo nell’area settentrionale ionica della regione.
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