Una trama confusa, ingarbugliata, un impasto di sentimenti e di sospetti che si annodano attorno alla ricostruzione senza però avere la certezza che tutto sia veramente chiaro, che l’indagine sia chiusa. Dalle pieghe di questa storia affiora la presunta passione d’un pensionato 74enne per una giovane vicina ucraina. Una bella donna che abita nello stesso palazzo e che l’uomo, ogni giorno, vedeva scendere da quelle scale comuni. Una ossessione che il 74enne avrebbe gestito fino a qualche settimana fa. Cosa sia realmente successo poi, all’improvviso, un giorno di giugno lo stanno verificando gli inquirenti attraverso articolate investigazioni.
Ciò che è certo è che, da venerdì sera, il 74enne di Montalto Uffugo, è agli arresti domiciliari con l’accusa d’aver aggredito la vicina con lo scopo di possederla. Il provvedimento restrittivo, eseguito dai carabinieri della Stazione locale, guidati dal maresciallo Giuseppe Motta, è stato emesso dalla Procura di Cosenza e rappresenta l’epilogo delle prime indagini avviate dagli inquirenti in seguito alla denuncia presentata dalla ragazza accolta a Montalto con lo status di rifugiata di guerra. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’episodio si sarebbe consumato lo scorso 17 giugno ed è stato immediatamente denunciato dalla presunta vittima. La giovane donna, che vive insieme alla madre, nell’appartamento al piano superiore, rispetto alla dimora del 74 enne, non avrebbe avuto un grande feeling col pensionato. Tensioni che sarebbero state riferite anche da alcuni testimoni. E quel giorno, all’improvviso, l’indagato avrebbe mostrato le sue parti intime alla vittima per poi tentare un vero e proprio approccio sessuale con palpeggiamenti delle parti intime della donna e il tentativo di stuprarla. La vittima, nella sua denuncia avrebbe ripercorso quei drammatici istanti riferendo di aver resistito tenacemente alle ipotetiche avance riportando, però, delle ferite e dei graffi all’altezza del collo e della spalla. Un racconto raccapricciante che ha messo subito gli inquirenti sulle tracce dell’indagato. Gl’investigatori dell’Arma, dopo gli accertamenti del caso, si sono precipitati nell’abitazione dell’anziano, ponendolo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. I carbinieri ritengono di aver individuato il presunto responsabile grazie agli elementi di prova raccolti a suo carico. La storia, però, presenta ancora profili poco chiari. Restano dei dubbi sui quali la magistratura farà luce. Lo stesso indagato, dichiaratosi invalido e in precarie condizioni fisiche, tanto da necessitare dell’assistenza di una badante giorno e notte e da circa due anni, avrebbe detto di essere stato aggredito dalla vittima e non viceversa a causa d’ipotetici rancori all’interno dei cossidetti rapporti di vicinato.
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