Per arrivare in Italia e in Calabria, soprattutto da Bangladesh, Pakistan, India, Marocco e Tunisia, con regolare permesso di soggiorno erano disposti a pagare anche 7mila euro. Soldi che finivano nelle tasche di imprenditori, avvocati, addetti ai patronati e faccendieri italiani e stranieri.
Un’associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, come ricostruito dalla Procura di Salerno che ha portato all'esecuzione di 47 misure cautelari (tra cui 13 in carcere e 23 agli arresti domiciliari) e 7 persone fermate, coinvolgendo, oltre a quella di Cosenza, anche le province di Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Sassari, L'Aquila e Pesaro Urbino. Il sistema era collaudato e sfruttava il cosiddetto click day del Decreto Flussi per le domande di nulla osta al lavoro di cittadini extracomunitari tramite la creazione di aziende inesistenti, la sottrazione dello spid di aziende inconsapevoli e la complicità di imprese reali. Tra le accuse, a vario titolo, anche riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
I NOMI
Della provincia di Cosenza sono finiti in carcere Francesco Cavaliere, 38 anni, di Cassano e Luca Fucile, 50 anni, nato a Pedace (oggi Casali del Manco); ai domiciliari Raffaele D’Elia, 24 anni, di Cassano e Antonio Miniaci, 64 anni, di Trebisacce.
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