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Atti dimostrativi e di violenza: nel carcere di Castrovillari c'è una situazione incandescente

Dopo la rivolta nel penitenziario di viale Sergio Cosmai. Nel corso dell’anno passato, nonostante la chiusura dell’Istituto tra giugno e ottobre, si sono verificati 181 eventi critici

Il carcere di Castrovillari

I tumulti carcerari rilasciano una situazione particolarmente incandescente. Sullo sfondo c’è la casa circondariale di viale Sergio Cosmai. I particolari sono inquietanti. Perché si tratta di atti dimostrativi, di violenza pura che si palesano giornalmente in tutte le carceri Italiane. «Due detenuti di origini magrebine – è sottolineato dal vice coordinatore del Sinappe, Cristina Busa – uno dei quali parrebbe essere affetto da patologie psichiatriche, hanno dapprima instaurato una lite con un altro ristretto per poi fare ricorso alle cure mediche, ma non era abbastanza. Una volta all’interno dell’infermeria hanno demolito, con una violenza inaudita, ogni suppellettile per poi distruggere gli armadietti con dentro i farmaci iniziando ad assumere medicine di ogni genere e per la quale è stato necessario chiamare il 118 con medico a bordo per scongiurare il peggio». La narrazione del Sinappe richiama anche l’attività svolta per far rientrare i poliziotti penitenziari liberi dal servizio, i quali hanno subito raggiunto il penitenziario a supporto dei colleghi già presenti. «Soccorsi i due detenuti sono stati allocati nella sezione separata, ma anche lì hanno continuato la loro opera di distruzione: divelti i sanitari e i termosifoni con i quali pare abbiano provato a distruggere le inferriate delle camere di pernottamento; solo a notte fonda si è ristabilita la calma». Un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria ha dovuto fare ricorso alle cure mediche del Pronto soccorso. Si è reso necessario l’applicazione di qualche punto di sutura.

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