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Intimidazione a Cetraro, il sindaco Cennamo: "Non lasciateci soli"

Nuovo appello alle Istituzioni dopo le raffiche di kalashnikov esplose contro la sede di un Cas

Il sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo

Una città in ostaggio della nuova mafia. I rampanti aspiranti boss desiderosi di prendere il posto che fu di padrini e picciotti del clan Muto, seminano terrore nella cittadina tirrenica. Vogliono imporre il loro potere con il fuoco e il piombo, piegando amministratori locali, imprenditori, professionisti non adusi a cedere alle loro richieste. Le bombe, le pistolettate e gli incendi segnano il passaggio delle giovani leve da Cetraro passando per Belvedere sino ad arrivare a Diamante.
«Non lasciateci soli!» urla il coraggioso sindaco cetrarese, Ermanno Cennamo, dopo l’ultimo attentato compiuto con un Cas (Centro di accoglienza secondario) per migranti: i “fucilieri” hanno scaricato 23 colpi di mitragliatore kalasnikov contro le pareti esterne della struttura gestita da una cooperativa.
«Viviamo una situazione di grande paura» spiega il primo cittadino, «determinata da una recrudescenza criminale che stiamo denunciando da tempo. Il prefetto Ciaramella convocò lo scorso anno una seduta nella nostra città del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica proprio in ragione della gravità dei fatti registrata. La nostra guardia e l’attenzioine come amministrazione pubblica restano altissime. Purtroppo» aggiunge Cennamo «si verificano fatti gravi che creano profondo disagio nella nostra cittadina. Non vogliamoo e non possiamo tornare al clima terribile degli anni 80 del secolo scorso: la città è diversa oggi, piena di energie positive, di gruppi e associazioni che tanto stanno facendo a favore della comunità e per difendere i proincipi della legalità e della democrazia. È per questo che chiediamo con forza al prefetto Padovano una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Non solo: ci auguriamo che venga finalmente aperta la nuova caserma dei carabinieri, pronta da 11 anni ma ancora inredibilmente non utilizzata».

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