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Porto di Corigliano Rossano, Baker Hughes ci ripensa e punta su Crotone o Taranto

Rischia di sfumare la realizzazione dell’insediamento produttivo a Schiavonea. L’opposizione punta il dito su Stasi e chiede un’assise aperta. A rischio centinaia di posti di lavoro e il relativo indotto

Potrebbe tramontare definitivamente il progetto industriale dell'insediamento di Nuovo Pignone Backer Hughes nel porto di Corigliano Rossano. Come è noto la vicenda sta attraversando una fase critica e di stallo, poiché dopo l'autorizzazione della Zes da parte dell'Autorità di Sistema dei porti del Tirreno meridionale e dello Jonio, il sindaco Flavio Stasi ha presentato un ricorso d'urgenza alla Presidenza della Repubblica. A quanto si è appreso Baker Hughes avrebbe manifestato l'intenzione di rivedere il proprio investimento in caso in cui la questione non si dovesse risolvere in tempi ragionevolmente rapidi.

L'investimento, quindi, potrebbe essere dirottato in altre zone tra cui la Puglia nel porto di Taranto o ad esempio, sempre in Calabria, ma a Crotone dove esiste già un'azienda metalmeccanica a miglio zero che sfrutta le potenzialità del Porto per l’import export di manufatti industriali. Sul tema è intervenuta in queste ore anche la minoranza consiliare che si è detta preoccupata per “il silenzio assordante” del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale rispetto alla vicenda, chiedendo che venga convocato un Consiglio Comunale straordinario ed “aperto” sulla vicenda così da informare la città su quanto sta accadendo. Atteso che come è noto sia i sindacati che le associazioni di categoria si sono schierate a favore dell’insediamento.

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