L’inferno è un viaggio in treno d’estate verso la Calabria. Un incubo vissuto da decine di cosentini al rientro dalle vacanze.
Domenica pomeriggio, però, il viaggio dei cosentini s’è fermato alla Tiburtina, lontano dalla Calabria. E lì, dopo un lungo silenzio dell’azienda, è arrivata la “soffiata” del capotreno («conviene raggiungere Termini in metro e da lì ripartire») che è diventata virale a bordo e così tutti si sono diretti alla metropolitana con assedio alle biglietterie. L’arrivo alla stazione centrale di Roma è un racconto pazzesco: «Pazzesco, soprattutto, quello che ho visto – spiega al telefono uno dei tanti cosentini costretti a mettersi in proprio per trovare un modo per tornare a casa–. Disperazione e pianti per le coincidenze mancate ma sopratutto per le cancellazioni di molti treni e file interminabili all’unico punto informazione di tutta la stazione. C’era tanta gente esasperata, ho visto bivacchi sulle scale, uomini e donne sdraiati per terra sfiancati dall’inutile corsa. Due convogli cancellati nel giro di mezz’ora col nodo di Termini sempre bloccato. A quel punto, io ed altri abbiamo deciso di tornare alla stazione Tiburtina dopo aver appreso di un servizio sostitutivo».
È domenica pomeriggio e il “comodo” viaggio è diventato un calvario.
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