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Sibaritide, il limbo della sanità tra ambulanze senza medici e l’assenza di un ospedale

Di recente il problema è stato rilanciato dal Comitato per la tutela della salute pubblica. Nel Cassanese, in estate, la situazione è ancora più precaria

Ambulanze senza medico e mancanza di una vera e propria struttura ospedaliera e dei servizi a esso collegati. In città si soffre (e molto) il mal di sanità. A rilanciare il problema, di recente, è stato il Comitato spontaneo di cittadini per la tutela della salute pubblica di Cassano ma già nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva incontrato i vertici dell’Asp per parlare della chiusura di Radiologia (una emergenza poi risolta), delle chiusure a singhiozzo della guardia medica di Doria, della costruzione della Casa della salute e dell’ospedale di comunità oltre ad alcuni problemi legati al randagismo (che ancora permangono) e a Casa Serena (anch’essi risolti).
La sanità, dunque, rimane il grosso problema – insieme a quello della carenza di lavoro – che si vive nel cassanese. Gli iscritti al “Comitato” sottolineano come i cittadini devono sentire il dovere di non stancarsi mai di ringraziare gli operatori del servizio 118, i quali loro malgrado, sono costretti a lavorare in condizioni di enorme difficoltà. Fanno grandi sacrifici e non si può continuare a rimanere in silenzio su quanto accade oramai da tempo. Gli interventi standard sono di questo tipo: chiamata alla Suem, arrivo di una prima ambulanza, naturalmente senza medico. Il paziente è in gravi condizioni, arrivano i primi soccorsi ma c’è bisogno del medico e allora bisogna attendere l’arrivo di una seconda ambulanza da Lungro: questa volta con un medico. A Cassano la situazione diventa ancora più grave per la mancanza di una struttura ospedaliera. Il tutto, lasciato nelle sole mani del servizio emergenza 118 chiamato a coprire un ampio territorio, che durante l’estate vede quintuplicare la popolazione residente.
I cittadini sperano che il governatore della Regione – commissario della sanità – prenda atto «che – scrivono – in questo modo i malcapitati vanno direttamente incontro alla morte».
Un discorso che si collega, appunto, a quello delle chiusure a singhiozzo della guardia medica di Doria, della costruzione della Casa della salute e dell’ospedale di comunità. La guardia medica di Doria, infatti, serve non solo il cassanese ma è l’unica struttura a offrire il servizio di continuità assistenziale che, per definizione, «garantisce – scrivono sul sito dell’Asp di Cosenza – l’assistenza medica di base a domicilio e ambulatoriale per situazioni che rivestono carattere d’urgenza e che si verificano durante le ore notturne o nei giorni festivi».

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