«Basta. La misura è colma. L’Ospedale civile di Cosenza, costellato, quotidianamente, da indecenti sprechi, da inquietanti disservizi e da gravissimi episodi di malasanità, continua a essere, impietosamente, il fanalino di coda nella classifica nazionale, occupando l’ultimo posto. È una situazione ormai non più tollerabile». Così in una nota il segretario del circolo cittadino del Pd, Rosi Caligiuri, che annuncia anche una manifestazione in città tra qualche giorno.
«Gli eventi degli ultimi giorni sono solo l’eclatante punta di un micidiale iceberg. E allora, non è più possibile rimanere a guardare. È giusto favorire, incoraggiare e sostenere una straordinaria ed energica mobilitazione popolare per restituire efficienza, dignità e decoro a un presidio ospedaliero, quello dell’Annunziata, ridotto oggi a un cumulo di macerie, nonostante l’esemplare spirito di abnegazione che, ogni giorno, declina la stragrande maggioranza del personale medico, infermieristico e ausiliare. Ed è proprio in questa prospettiva che il circolo del Pd della città di Cosenza lunedì 2 settembre, a partire dalle ore 10, terrà un sit-in davanti all’ingresso dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Sarà l’occasione propizia per assumere una collettiva presa di posizione, capace di intercettare e interpretare il comune sentire dell’opinione pubblica, seriamente preoccupata e indignata, ma, altrettanto, seriamente protesa a pretendere una tempestiva e radicale inversione di tendenza, partendo dall’immediata attivazione dei 300 posti letto rimasti ancora disattivati.
Sapendo, tra l’altro, che la vicenda dell’ospedale di Cosenza si colloca dentro un contesto regionale che ha condotto la sanità calabrese alla bancarotta. I circa 15 anni di commissariamento hanno prodotto – e continuano a produrre – guasti e danni enormi. La Calabria è all’ultimo posto nella erogazione dei Lea; ha il più alto tasso di mortalità infantile; ha il più basso livello di aspettativa di vita; ha il più basso livello di prevenzione oncologica; la Calabria ha il più alto tasso di migrazione sanitaria. E tutto ciò a fronte del fatto che, invece di rientrare dai disavanzi pregressi in questi lunghi anni di commissariamento, il debito è stato accresciuto».
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