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Scuola sempre più cara, in Calabria famiglie in difficoltà

La spesa da sostenere per corredo e libri pesa più che altrove: l’allarme di sindacati e associazioni dei consumatori

La scuola calabrese si prepara alla prima campanella di lunedì 16 settembre. Mentre i palazzi sono al lavoro per sistemare prof, ata, dsga e presidi, le famiglie faticano per fare quadrare i conti. L’inflazione galoppante ferisce pure il mondo dell’istruzione e quanto gli ruota attorno, mentre gli stipendi sono fermi al palo.
Lo sottolinea il presidente calabrese dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Francesco Sacco: «La scuola soffre le conseguenze del carovita. Da anni gli istituti cercano di fare la loro parte limitando il cambio dei libri di testo. Nelle mie scuole, ad esempio (i diversi indirizzi del Liceo “Giuseppe Mazzini” di Locri, ndc), abbiamo gli stessi volumi per tutte le sezioni, in modo da non costringere le famiglie a nuovi acquisti qualora il figlio decidesse di cambiare». Sacco richiama l’importanza delle borse di studio regionali, e sigilla: «In generale c’è molta attenzione, ma bisogna fare di più. Anzitutto per le famiglie numerose».

Non solo numeri

La leader calabrese di Federconsumatori, Mimma Iannello, snocciola dati e suggerisce soluzioni. «Gli aumenti sull’acquisto del corredo scolastico del +6,6% sul 2023 rilevati dal nostro Osservatorio nazionale evidenziano le difficoltà con cui le famiglie dovranno fare i conti. Indichiamo strade per fronteggiare i rincari e fruire dei bonus scolastici, ma resta che il diritto allo studio, dalla prima infanzia all’università, è inadeguatamente sostenuto e le famiglie sono chiamate a sobbarcarsi costi (corredo scolastico, trasporti, mense, affitti per fuori sede, tasse scolastiche) in molti casi insostenibili». Dagli zaini agli astucci e ai libri di testo, di stangata in arrivo per le famiglie parlano sia il Codacons (+15% per il solo corredo scolastico) che l’Unione nazionale consumatori.

Le conseguenze

A leggere i dati più recenti di Ministero dell’Istruzione, Istat e Invalsi, il tasso d’abbandono scolastico in Italia è del 12,7%, in Calabria del 14%. «L'offerta di servizi per la prima infanzia – prosegue Iannello – è al di sotto della media nazionale, i servizi mensa e il tempo pieno spesso insufficienti e in molti casi avviati in ritardo rispetto all’inizio dell'anno scolastico. Per altri servizi si evidenziano limiti nel sostegno al diritto allo studio e alla sua continuità».

Potrà andare peggio

La leader di Federconsumatori, come il segretario regionale della Flc Cgil, Mimmo Denaro, sottolinea che la situazione calabrese potrebbe peggiorare qualora non sarà fermata la riforma sull’Autonomia differenziata. «Acuirà le differenze nell’accesso al diritto costituzionale allo studio anziché colmarle come negli obiettivi del Pnrr», sigilla Iannello.
Denaro da parte sua riconosce gli aiuti istituzionali in vigore per aiutare studenti e famiglie, ma nota: «Non sono sufficienti, soprattutto per le famiglie numerose e/o con figli disabili, quando i costi aumentano. La situazione è peggiorata dopo la pandemia. E in Calabria alcune provincie soffrono più di altre», conclude il segretario della Flc Cgil. Invece il numero uno calabrese della Uil Scuola, Andrea Codispoti, denuncia l’aumento anche di mense e trasporto scolastico. Tanto delle aziende pubbliche nelle città, quanto delle private. Ulteriori aggravi sui quali, però, i palazzi possono incidere direttamente.

 

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