Cosenza

Domenica 24 Novembre 2024

Cosenza non pedala più, si tagliano le piste. Scontro su via Sertorio Quattromani

Cosenza continua ad accapigliarsi tra presente e passato, in mezzo alle tensioni. Uno scontro senza fine che segue la corrente di tempesta della politica cittadina. Una vertigine inquieta che adesso attraversa le dune della mobilità sostenibile, concetto sviluppato a grandi dosi da Mario Occhiuto e che l’attuale governo sta sottoponendo a costante revisione. L’improvviso tumulto che ha reso incandescente l’estate è, in particolare, un pezzo di pista ciclabile che il Palazzo dei Bruzi ha deciso di cancellare in via Sertorio Quattromani. L’annuncio dell’assessore Damiano Covelli (con tanto di hastag #solocosebelle) è diventato l’innesco di una contesa che non è più solo politica. La Fiab (che è la Federazione ambiente e biciclette) Cosenza ciclabile, mette nel mirino Covelli «l’assessore che ha ridotto un tratto di pista ciclabile in un set fotografico, pericoloso e non segnalato. Quali dati sostengono la decisione del Comune? La nostra federazione chiede i dati sugli incidenti e sui tempi di percorrenza per valutare l’impatto della demolizione della pista ciclabile sulla sicurezza e sulla viabilità e sollecita un incontro. Con una foto notizia che ritrae l’assessore Covelli sul cantiere e diffusa sui media e sul web, mercoledì è iniziata la annunciata demolizione della pista ciclabile di via Quattromani. Alle 20, il cordolo risultava ancora intatto al 95% mentre del set fotografico dell’assessore (in barba alle sue deleghe) restano sciattamente abbandonati un pericoloso cantiere non segnalato e la relativa e pericolosa interruzione segnalata solo all’ultimo momento con un precario nastro bianco e rosso e priva di altre segnalazioni tanto da indurre in incertezza e indecisione alcuni dei quasi venti ciclisti che abbiamo contato in quel tratto di strada in circa 30 minuti». Gli ambientalisti del pedale ribadiscono d’aver «già invitato, 23 giorni fa, l’amministrazione a condividere con la cittadinanza i dati alla base della decisione di demolire la pista. Non lo ha fatto. Non è quindi dato sapere in cosa consista l’aumento della sicurezza né quale categoria di utenti della strada sia difesa da questa demolizione. Le domande poste da Fiab non hanno ricevuto risposte. Silenzio sull’avvio di un possibile dialogo sulla mobilità, sulla necessità di far posto a una ventina di parcheggi in una zona dove ce ne sono già mille tra il “Due fiumi” (che ne ha liberi mediamente 300 come può confermare il gestore Saba) e quello di Ferrovie della Calabria? Perché quindi concedere altri 235 metri quadri di strada alle auto in sosta? Senza contare che non ci sono dati sulle variazioni di tempi di percorrenza che si prevedono dopo l’intervento. E nessuna cifra sugli incidenti che hanno coinvolto biciclette. Su quest’ultimo punto, saremo molto attenti e, per valutare l’esito di queste politiche, chiediamo pubblicamente che vengano condivisi dall’amministrazione comunale e dalla polizia municipale, i dati sugli incidenti stradali che hanno coinvolto velocipedi negli ultimi dieci anni nel territorio comunale. Chiederemo il supporto della polizia stradale, dei carabinieri nonché dell’Asp, dell’Ania e dell’Aci su questo argomento. È evidente che l’amministrazione stia procedendo in modo del tutto isolato e probabilmente arbitrario: siamo davanti a un altro intervento spot, in assenza del Pums (piano urbano mobilità  sostenibile) e di ogni altro piano o programma quadro su traffico e sulla mobilità. Siamo davanti all’ennesimo sacrificio di spazio pubblico fisico, e alla chiusura degli spazi di confronto e di partecipazione civica. Un atteggiamento dell’amministrazione che prosegue l’attività su questi temi senza dati, senza confronto, e senza un più volte annunciato supporto scientifico». Da Palazzo dei Bruzi, il consigliere di maggioranza, Francesco Alimena, difende le scelte amministrative in materia di sostenibilità, provando a placare l’eco-ansia di chi teme di dover rinunciare alla top ten nazionale nella graduatoria delle città green di Legambiente: «Abbiamo guadagnato metri di ciclabile grazie al Ponte ciclopedonale tra i parchi Nicholas Green e Robinson. Efficientato tutta l’illuminazione pubblica di Cosenza Vecchia con un risparmio annuo di 100mila euro e l’abbattimento annuo di 80 tonnellate di CO2 emesse. Efficientato, sismicamente e energeticamente, Cinema Italia, Casa Delle Culture, Oratorio di San Gaetano, Palazzo Marini Serra, Edificio 5 di Santa Lucia, le 32 case di edilizia residenziale pubblica di Via Molicella. Tutto questo con Agenda urbana. E col Cis è partito il cantiere Sottoservizi che sta a lavorando su tutto il sistema idrico e fognario del centro storico, eviterà la dispersione delle acque e migliorerà la raccolta evitando le famose cascate. In più gli idranti del centro storico per la sicurezza passano da 5 a 75. Creato nuovi luoghi di partecipazione con Bosco De Nicola e la piazza coperta davanti la chiesa dell’Assunta a Donnici e Piazza Amendola. E sto parlando solo dei cantieri terminati e consegnati alla città. In soli due anni. E solo per parlare di cose riferibili ai parametri che cita Legambiente». La nuova linea di “discriminazione ambientalista” non piace a chi ha lavorato alla costruzione del progetto della Cosenza sostenibile di Mario Occhiuto. Francesco Caruso, leader dell’opposizione a Palazzo dei Bruzi: «Ricordo bene le giornate in cui, in qualità di assessore alla Riqualificazione urbana del Comune, partecipai alla “Scuola di Bicipolitana”, evento organizzato dal Comune di Pesaro e da Legambiente in collaborazione con Anci, con il supporto scientifico di Legambici: un’occasione di formazione e di confronto tra tecnici e amministratori, nella quale ebbi modo di presentare un insieme complesso e coordinato di interventi per permettere lo sviluppo nel capoluogo bruzio di una mobilità sostenibile, alternativa e più intelligente, volto a rendere la città pienamente a misura d’uomo. Una rete capillare e strutturata di percorsi, ciclopedonali e pedonali per un'ampia penetrazione nel tessuto urbano della città in modo sostenibile: dalla parte più a nord, con la zona sportiva e delle piscine comunali, fino al centro urbano, con il viale parco e corso Mazzini, e da qui poi verso il Centro Storico fino alla Zona dei BoCS Art. Ho potuto vivere, anche in quell’occasione, l’orgoglio e la soddisfazione derivanti non solo dai numerosi apprezzamenti e riconoscimenti rivolti ad un’azione amministrativa innovativa e lungimirante ma anche e soprattutto dalla consapevolezza di sostenere e diffondere un approccio culturale che rompeva quella logica di ripiegamento, tipica di tante città meridionali, ponendo Cosenza in relazione con le città più evolute d’Italia e d’Europa. Un approccio culturale che, purtroppo, vedo oggi disgregarsi e trasformarsi in un approccio regressivo del quale l’inizio delle demolizioni delle piste ciclabili da parte dell’attuale Amministrazione è solo una delle tante espressioni».

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