Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Cosenza, due ex alberghi trasformati in discarica

Quadro sempre più precario tra viale Mancini e corso Mazzini e a Lungo Crati: residenti preoccupati, turisti contrariati

Due bombe ecologiche (una nel centro città, l’altra all’ingresso del centro storico) che l’amministrazione comunale non riesce a disinnescare. Due biglietti da visita impresentabili per una città moderna, in cui si imbattono da tempo residenti e turisti. Il primo sito inquinato è quello intorno all’ex hotel Centrale di via Macallè, tra viale Mancini-Parco del Benessere e via 24 Maggio-corso Mazzini. L’edificio dopo innumerevoli incursioni vandaliche, l’occupazione di gruppi di senza casa, danneggiamenti continui, è stato messo in sicurezza. A porte e finestre dei piani bassi sono stati messi cancelli, inferriate e lucchetti. Ma tutt’intorno è un porto di mare. Sotto balconi e finestre delle abitazioni mucchi di spazzatura, resti di bivacchi, materiale accumulato nel tempo e mai rimosso. Impotenti residenti, commercianti, passanti e turisti che vanno dall’isola pedonale a viale Mancini (le reti di recinzione sono state spostate e percorsi). L’ex albergo è sotto custodia giudiziaria, ma il terreno è del Comune. Le norme del decoro urbano impongono ad enti come Palazzo dei Bruzi interventi risolutori anche per salvaguardare il quadro igienico-sanitario. Pulizia totale e innalzamento di barriere che impediscano a chiunque di entrare (alcuni ambulanti lasciano le loro mercanzie di sera sotto l’ex albergo per poi riprenderle il mattino successivo). Questo serve. Il sindaco Franz Caruso sta conducendo una battaglia. Vuole una città più pulita. E richiama all’ordine di continuo Ecologia Oggi, le cooperative B, dirigenti e addetti dei settori comunali competenti. Uno scenario come quello intorno all’ex Centrale non ha modo di esistere.
Stessa cosa dicasi per quanto riguarda una delle porte d’ingresso della città vecchia, Lungo Crati Palermo, ai piedi della chiesa di San Francesco di Paola e a due passi dalle confluenza dei fiumi Busento e Crati. Lo scheletro di un altro ex albergo, il Jolly, è un altro ricettacolo d’immondizia. Dal Museo di Alarico (un’idea mai andata in porto) si è passati a cumuli di macerie e materiale vario che il turista guarda con occhio sorpreso, mostrandosi anche contrariato. Giorni fa un incendio di chiara matrice dolosa ha mandato in fumo anche due alberi. Sul futuro dell’area poco si sa. È calato il silenzio. E allora anche in questo caso ci vorrebbe una serie bonifica chiudendo in modo definitivo gli accessi.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia