Angelina Corsanto torna in carcere. “Donna Flora” - così viene chiamata a Cetraro la moglie dello storico capobastone Franco Muto - è finita dietro le sbarre per scontare una condanna definitiva rimediata a conclusione di tutte le tappe processuali della inchiesta “Frontiera” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
L’indagine colpì duramente la cosca guidata dal “re del pesce” portando alla condanna dello stesso boss a 20 anni di reclusione.
“Donna Flora” aveva già scontato parte della pena inflittagli in via definitiva accumulando pure più di 600 giorni di “sconto” legati all’istituto della “liberazione anticipata”. La buona condotta tenuta durante la carcerazione consente infatti di usufruire dello sconto annuo di 90 giorni che la donna (calcoli alla mano) ha evidentemente accumulato. Angelina Corsanto, difesa dagli avvocati Rossana Cribari del foro di Cosenza e Giuseppe Bruno del foro di Paola, al momento dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione si trovava agli arresti domiciliari. I penalisti che l’assistono, ricorreranno alla magistratura di sorveglianza per ottenere il riconoscimento dello “sconto” maturato in ragione dei benefici accordati dalla cosiddetta “liberazione anticipata” introdotta nel nostro ordinamento dalla legge Gozzini.
Il passaggio in giudicato delle condanne inflitte dalla Corte di appello di Catanzaro in secondo grado agli imputati coinvolti nel processo “Frontiera” ha comportato la contestuale incarcerazione anche della figlia Mara Muto e del genero Andrea Orsini. Pure loro, difesi dall’avvocato Michele Rizzo del foro di Paola, dovranno ricorrere al giudice di sorveglianza per ottenere una possibile scarcerazione connessa ai benefici della “Gozzini”.
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