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Cosenza, l’associazione “De Maria”: «Solo promesse sull’ospedale: non si farà nulla per 20 anni»

Il Pronto soccorso dell'ospedale Annunziata di Cosenza

«Abbiamo un’ennesima promessa, chissà perché ma l’aspettavamo. E crediamo che non sarà neanche l’ultima. Dando retta alla statistica e al calcolo delle probabilità, l’ospedale (a essere ottimisti) non si farà almeno per i prossimi vent’anni. Tanti sono quelli passati dall’apertura dei diversi cantieri sparsi per la nostra regione e dalle tante storie su nuovi ospedali che abbiamo cominciato a sentire fin dal 2002. Si era sempre lì lì per cominciare i lavori».
È disincantato Franco De Maria, direttore dell’associazione che porta il nome di suo figlio Gianmarco e da oltre vent’anni aiuta le famiglie dei bambini malati oncologici. In città come nel resto d’Italia, perché l’emigrazione sanitaria è un’altra patologia cronica.
Un milione in meno, anzi di più «L’unica cosa che si è fatta sono stati i periodici studi di fattibilità per individuare il sito migliore che, fino ad adesso, pare ci siano costati quasi un milione di euro. Probabilmente si fa conto sulla nostra scarsa memoria e sul fatto che nessuno della classe dirigente attuale e passata, chi più e chi meno, sia esente da responsabilità. E visto che la responsabilità è di tutti, non si può incolpare nessuno». De Maria richiama le parole del procuratore generale della Corte dei Conti, Romeo Ermenegildo Palma, il quale ha stigmatizzato che «la Calabria ha una marea di debiti: ottocento milioni di euro circa. Che in tutti questi anni di commissariamento non si è mai riusciti a quantificare. E senza la quantificazione del debito non si esce dal commissariamento e dal piano di rientro. E senza la quantificazione certa del debito non è possibile programmare investimenti. E la grande quantità di denaro che la Calabria ha a disposizione non può essere spesa, perché non c’è la quantificazione del debito. E se non si ha la certezza del debito è quantomeno imprudente distribuire risorse».

 

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