Centocinquanta anni fa la scintilla, il primo fuoco di una lunga storia. Il sindaco dell’epoca, l’avvocato Emanuele Bosco, firmò il decreto d’istituzione del Corpo delle guardie municipali di Cosenza affidando i galloni di primo comandante a Salvatore Biasco. L’organico fu modellato con cinque guardie di prima classe e sei di seconda. Era il 1874. In un secolo e mezzo, la città è cambiata. Quella di oggi è un’altra Cosenza. Le sue strade scoppiano di auto ovunque e nelle ore di punta è come vivere in una camera a gas.
Ed è inutile cercare un vigile urbano: non ce ne sono. I conti non tornano negli organici della Municipale. Negli ultimi anni le divise blu sono sparite da quasi tutti gli incroci cittadini. Il traffico è, ormai, abbandonato al suo destino. E gli effetti sono evidenti, soprattutto, nelle ore di punta. Sulle strade cittadine regna l’anarchia, la violazione delle norme di comportamento, imposte dal codice della strada, è pane quotidiano per gran parte degli automobilisti. È la conseguenza del male oscuro che affligge Palazzo dei Bruzi (e tutta la pubblica amministrazione, in generale) a corto di impiegati. Il Comune, per garantire il funzionamento della macchina amministrativa, ricorre al principio dei vasi comunicanti trasferendo (per molti si tratta della realizzazione di un sogno) gli agenti dalle strade alle scrivanie. Il simbolo della metamorfosi è l’ufficio anagrafe: funziona solo grazie ai cinque vigili urbani che si occupano di scartoffie. Col tempo, e con le mancate sostituzioni di agenti andati in pensione o spostati d’incarico, l’organico dei poliziotti è sceso da 130 a 80 unità. Ma quelli che realmente scendono su strada sono appena 25 e devono dividersi su due turni quotidiani. Numeri sempre più compressi con una età media che avanza inesorabilmente: gli agenti più “giovani” hanno già oltre vent’anni di servizio alle spalle. E per tutti in pratica vale quella opzione contrattuale che permette di non uscire, su richiesta, dopo dieci anni di attività. Una dozzina di agenti è tutto quello che Palazzo dei Bruzi può offrire alla città per ogni turno di servizio che, in genere, comprende la vigilanza davanti alle scuole (ormai, è rimasta solo la postazione di via Misasi), una pattuglia (ma non sempre è possibile), nell’ingorgo perenne ai Due Fiumi, un’altra su via 24 Maggio.
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