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Cosenza, il cuore del borgo non batte più: la città vecchia diventa un deserto

Negli ultimi anni sono sparite ben 91 attività commerciali al dettaglio. L’amministrazione comunale sta cercando di invertire la rotta: in cantiere c’è pure la possibilità di introdurre degli sgravi fiscali

Il borgo di Altomonte in provincia di Cosenza

Ci sta provando l’amministrazione comunale a invertire la tendenza. Ma non è semplice. Non lo è stato in passato, e non lo è neppure oggi. Lo sguardo in prospettiva, però, serve a tenere accesa la fiammella della speranza. Altrimenti del centro storico resterà un mesto ricordo. Proprio su queste colonne di recente è emerso come nel perimetro del quartiere antico siano sparite complessivamente 91 attività di commercio al dettaglio tra il 2012 e il 2023. Una voragine che, in tutto il capoluogo bruzio, ha inghiottito ben 223 negozi. Scenari affiorati dalla demografia d’impresa, l’annuale report di Confcommercio e Istituto “Tagliacarne”.

I lavori iniziati lunedì lungo corso Telesio, però, ma che riguarderanno tante altre aree ricadenti nel borgo antico, spingono verso l’ottimismo, al netto di una vasta zona in evidente affanno e che è andata svuotandosi negli ultimi anni. Nel centro storico vivono molti anziani, soprattutto anziani, i quali reclamano, ormai da tempo, servizi più efficienti, specie per quanto riguarda la mobilità. Appelli lanciati anche sabato scorso durante l’incontro tra gli abitanti del rione Spirito Santo e le istituzioni locali, capeggiate dal sindaco Franz Caruso.
L’esecutivo di Palazzo dei Bruzi in quella circostanza ha elencato, tramite lo stesso sindaco e il consigliere delegato, Francesco Alimena, tutti i progetti in cantiere, alcuni già portati a compimento, altri in fase di realizzazione, e altri ancora pronti a vedere la luce prossimamente, ricadenti nell’ambito dei Cis e di Agenda Urbana, senza dimenticare gli accordi siglati tra il Municipio e l’Università della Calabria, nonché le basi gettate tra il medesimo Comune e l’Ordine degli Ingegneri per spostare la sede dell’associazione nell’ex albergo Bologna. Iniziative pensate per incentivare nuovi insediamenti, tali da favorire, appunto, il rilancio e lo sviluppo della città vecchia, dove insistono numerosi edifici fatiscenti e a rischio crollo, scale mobili (in piazza 15 Marzo) ancora fuori uso, ufficio postale e sportello bancario chiusi. Tutti elementi, insieme alle problematiche ataviche, che frenano il ripopolamento, allontanando i giovani e le coppie di sposini. Un quadro codificato rispetto al quale il governo cittadino intende invertire la rotta. Il dialogo aperto tra Ente e Ordine degli ingegneri, dunque, e l’avvio di alcuni corsi dell’Unical nel chiostro di San Domenico, vanno proprio in tale direzione.

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