È stata una giornata di disagi - quella di ieri - nella stazione ferroviaria a causa dei ritardi e delle cancellazioni. Una mattinata, l’ennesima, in cui si è raccolta la voce di quei pendolari costretti a subire una situazione penalizzante. «È dalle 9,10 di stamane (ieri: ndc) - spiega un viaggiatore di Belvedere Marittimo - che sul marciapiede della stazione di Paola ho visto e sentito ben due cancellazione di treni locali (non lunga percorrenza) e due cambi di binario di attesa del treno nell’arco di soli 40 minuti. Il tutto a pochi minuti dall’arrivo dell'unico convoglio che questi “soggetti” hanno ormai l’abitudine di racimolare per stipare dentro una marea di gente arrabbiata e non tutti fortunati come me che, per puro caso, ho un orario di lavoro che può assorbire ritardi».
Senza considerare i rischi «A causa dei continui avvisi, alcuni udibili solo a fatica (se non venivano ad avvertirmi non avrei sentito l’ultimo quello più importante, perché sovrapposto ad altri rumori) che servono a far spostare la gente da un marciapiede all’altro. Chiaramente, in tutto questo il Centro operativo di Reggio Calabria fa in modo di castigare il traffico locale, cioè quello dei pendolari costretti ogni santo giorno a giocare a rimpiattino con i treni». Il pendolare è rammaricato per essersi intestardito a voler credere nella nostra Regione. «Oggi a 61 anni - spiega - con credenziali scolastiche che gli avrebbero permesso di fare cose che non ha fatto, la volontà di restare nel suo luogo di residenza pesa eccome». L’affezione ai luoghi di nascita ogni tanto si scontra «con quei muri che si parano davanti anche soltanto per andare al lavoro. Ecco il perché dell’emorragia di residenti in età di approccio al lavoro».
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