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Processo alle cosche della Sibaritide, in aula il collaboratore Talarico

Luca Talarico

La testimonianza del “pentito” Luca Talarico sarà al centro dell’odierna udienza del rito ordinario del maxi-processo Kossa.
Il procedimento scaturì dalla inchiesta del febbraio 2021 denominata “Kossa” (dall’antico nome della città di Cassano), la quale portò all’arresto di affiliati di spicco alla cosca Forastefano-Abbruzzese, ritenuta egemone nel settore agrumicolo e in quello dei trasporti del territorio.
Se nel processo abbreviato, infatti, arrivato alla fase del giudizio di secondo grado, con la Corte d'Appello di Catanzaro che aveva emesso sentenza a metà luglio (con dieci pene confermate e cinque quelle rideterminate rispetto al primo grado di giudizio), a Castrovillari si sta celebrando il rito ordinario, dove sono imputati Alessandro Arcidiacono e Francesca Intrieri. E gli indagati, dopo la pausa estiva, compariranno di nuovo davanti ai giudici. Protagonista della nuova udienza, convocata per la mattinata di oggi, sarà Luca Talarico che verrà escusso dal pm antimafia di Catanzaro Alessandro Riello e poi interrogato dalle difese.
L’imprenditore 38enne di Spezzano Albanese, condannato in primo grado a 12 anni di carcere, ritenuto una testa di legno della cosca Forastefano, aveva iniziato a collaborare con i magistrati lo scorso anno. Un “pentimento” confermato dal deposito di un verbale contenente le dichiarazioni di Talarico, Il pentito aveva ammesso di essersi intestato l'azienda che portava il suo nome in qualità «di prestanome della cosca Forastefano, in particolare nella persona di Pasquale Forastefano e Domenico Massa».

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