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L'inchiesta Bergamini continua: atti a pm sul cugino dell'imputata

La Corte d’assise di Cosenza: "Valutare la sua posizione"

La sentenza della Corte d’assise di Cosenza che ieri ha condannato a 16 anni di reclusione Isabella Internò per l’omicidio dell’ex fidanzato Donato Denis Bergamini, morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, non conclude la vicenda giudiziaria sul caso. I giudici, infatti, hanno anche deciso di trasmettere alla Procura della Repubblica di Castrovillari gli atti relativi ad un cugino dell’imputata, Roberto Internò, «affinché valuti la posizione in relazione all’art. 575 del codice penale», l’omicidio.

Roberto è il fratello di Dino Pippo, che è risultato essere stato indagato e poi archiviato in un filone parallelo di indagine della Procura di Castrovillari sulla morte di Bergamini.

Isabella Internò è stata condanna per omicidio in concorso e con la propria decisione la Corte d’assise sembra condividere questa prospettazione dell’accusa. Il procuratore della Repubblica di Castrovillari Alessandro D’Alessio, nella requisitoria, aveva parlato di un delitto maturato in un "contesto patriarcale», motivato dalla mancata celebrazione «di un matrimonio riparatore» che la ragazza - che all’epoca della morte di Bergamini aveva 20 anni - avrebbe desiderato nel 1987 dopo essere rimasta incinta del calciatore. «Internò - aveva aggiunto il magistrato - ha agito con volontà con persone in corso di identificazione. Isabella Internò ha tradito l’affetto che il ragazzo aveva per lei, ha esasperato lei il rapporto e pur di salvare l’onore non ha esitato ad agire come sappiamo».

«Bergamini - aveva poi aggiunto il pm Luca Primicerio - pur volendo tenere il bambino, non avrebbe mai voluto sposarla a causa del suo carattere ossessivo».

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