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Montalto, lavori fermi sul ponte e disagi alla circolazione

Montalto Uffugo, situazione insostenibile nell’area del Crati Cantiere attivo da quattro anni e continui zig-zag

È da quattro anni che quel semaforo campeggia sul ponte Crati. È da quattro anni che le transenne da cantiere indicano lavori in corso ed è da quattro anni che il traffico avviene a senso unico alternato. Si attende, invano, che questo ponte che collega i comuni di Montalto Uffugo e Rose, venga messo in sicurezza e riaperto su entrambe le carreggiate al traffico veicolare.
Fu chiuso dalla Provincia di Cosenza, nel 2020, per avviare i lavori della messa in sicurezza, visto che le condizioni strutturali sono seriamente compromesse e mettono a rischio l’incolumità pubblica. Inizialmente, alla partenza dei lavori, il tratto fu completamente interdetto al transito, poi aperto solo al passaggio delle automobili e vietato ai mezzi pesanti, proprio per l’alta possibilità di cedimento.
Ad oggi resta così. Tutto sembra fermo, non un operaio, non un mezzo da cantiere in azione. Ad essere attivo solo il semaforo che regola il passaggio alternato degli automobilisti tra tanti disagi e difficoltà che una strada poco sicura arreca. I cittadini sia di Montalto Uffugo che del comune di Rose sono stremati ed anche chi proviene dai territori limitrofi visto che il ponte sul Crati è un crocevia importante per la massiccia utenza ma anche snodo veicolare per le tante attività commerciali delle due zone.
File interminabili a quel semaforo si formano nelle ore di punta. C’è chi per evitare il traffico fa giri immensi e chi lo evita per l’alto rischio legato alla struttura pericolante del viadotto.
«Ci sono informazioni sul ponte sul Crati che collega Montalto a Rose? Capiamo che è competenza dell’Ente provincia ma qualcosa si muove?», chiedono i residenti. Che aggiungono: «Sono anni che viviamo questo disagio, che siamo costretti a fare strade alternative per dei lavori-fantasma. Perché le istituzioni se iniziano non portano a termine le opere in tempi celeri? Chiediamo alla Provincia di Cosenza di darci risposte. Quattro anni di attese e difficoltà sono bastati».

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