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Bonus docenti a Cosenza, nei guai trecento furbetti

Da fine mese dovranno presentarsi a Palazzo Lecce all’esame dell’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Atp. L’inchiesta di Procura e Gdf è scattata nel 2023 coinvolgendo pure un imprenditore

Un’asciugatrice invece che un librone, un ferro da stiro pure a caldaia al posto d’un biglietto di teatro o d’un corso di formazione. Trecento docenti sono finiti nei guai poiché avrebbero utilizzato in maniera impropria i cinquecento euro garantiti ogni anno dalla Carta del docente. Coinvolti in un’inchiesta della procura della repubblica e della guardia di finanza di febbraio 2023, devono fare i conti anche con la valutazione dell’Ufficio procedimenti disciplinare dell’Ambito territoriale provinciale.

Un anno e mezzo dopo

In base a quanto ricostruito un anno e mezzo fa dagli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle, coordinati dalla procura cittadina, i trecento avrebbero acquistato elettrodomestici, condizionatori d’aria, televisori e smartphone di ultima generazione invece che quanto previsto e rigidamente fissato dalla legge. Il bonus annuo erogato dallo Stato è infatti destinato all’aggiornamento professionale e quindi spendibile per l’acquisto di software, hardware, libri di testo, iscrizione a corsi di laurea o master, biglietti di musei, iniziative di arricchimento culturale o altre cose variamente legate alla professione docente.
Invece, grazie alla complicità del titolare di una società operante a Cosenza sotto l’insegna di una nota catena di distribuzione preposta alla vendita di elettrodomestici e altri dispositivi elettronici, i prof furbetti avrebbero agevolmente aggirato le disposizioni statali.

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