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Regolamento regionale sulle case rifugio, da Cosenza la denuncia di Matilde Lanzino: “Sistema farraginoso”

L’ultimo viaggio di Roberta cominciò in un rovente pomeriggio di luglio del 1988. Poco dopo le 18, la studentessa salì in sella al suo ciclomotore “Si” Piaggio per raggiungere la villetta di famiglia di Torremezzo, per le vacanze al mare. Ma fu l’ultimo giorno in cui vide la luce. Su quella strada morì, uccisa da barbari rimasti senza nome. Una tragedia che ha portato con sé qualcosa di straordinario in tutti questi anni e che ha reso il martirio di questa giovane donna immortale nella memoria di questa nostra terra. I suoi genitori Franco Lanzino e Matilde Spadafora hanno trasformato quel dolore, che ha scavato il loro cuore di padre e di madre, in una missione d’amore verso tutte le donne vittime di violenza. Un amore per il ripristino di storie e di memorie, trame che invocano parola, ascolto, protezione, cura. Uno spirito di devozione e di solidarietà che li ha guidati alla realizzazione di un grande progetto: la Fondazione dedicata a Roberta. Un’idea che è diventata un riferimento per tutte le donne maltrattate, picchiate, abusate. Per loro e per i loro bambini c’è sempre un posto nella “Casa di Roberta”, un rifugio sicuro per allontanarsi dall’inferno. Un modello esportato in tutto il paese che non ha lasciato indifferenti le istituzioni locali, sempre in prima linea, in questi anni, al fianco dei Lanzino e di un esercito di volontari che si dedica alle mille attività della Fondazione.
Da due anni, però, Franco non c’è più, ma quella sua idea continua a camminare grazie a sua moglie Matilde che grazie alla collaborazione di tutti gli amici volontari continuano a dare un senso compiuto alla missione di gratuita solidarietà nel nome di Roberta. Negli ultimi tempi, però, è spuntata una duna che rischia di trasformarsi in inciampo. Ed è proprio Matilde Lanzino a denunciare il «regolamento regionale capestro che disciplina la gestione delle Case Rifugio per donne vittime di violenza». La presidente della Fondazione esprime il suo disagio dopo averlo già manifestato, ma senza esito, alla Regione e al Comune capo ambito. «Contesto il nuovo regolamento perché stravolge l’idea del volontariato, ostacolando, per quel che ci riguarda,  la spinta ideale sulla quale la Fondazione Roberta Lanzino” è nata. Il regolmento introduce un sistema farraginoso che impone al Volontariato  l’assunzione di un rischio di impresa,  che davvero non spetta al Volontariato, né può essere congeniale al suo spirito improntato per sua stessa natura a solidarietà e gratuità».
Per domani pomeriggio, alle 16.30, è convocata una conferenza nella sede della Fondazione “Roberta Lanzino” in via Verdi. L’incontro con i giornalisti sarà anche l’occasione per presentare il cartellone delle attività in itinere e quelle in calendario della Fondazione che continua con i suoi percorsi di formazione in tutti gli Istituti d’istruzione superiore della Calabria attraverso il progetto “Pollicino Alice – Adolescenti testimoni di parità”, che è giunto alla 24.esima edizione. Un ambito che accoglie anche le Borse di studio e il corteo silenzioso “Ragazzi e ragazze insieme contro la violenza alle donne” che si terrà, come al solito, il 25 novembre a Cosenza. Quest’anno, la “Lanzino” presenterà anche un altro progetto, “Rispettami”, per il quale la Regione Calabria che lo ha proposto, ha affidato alla Fondazione Roberta Lanzino la formazione destinata a 18 istituti comprensivi del Cosentino. E sempre sul sentiero della formazione, saranno promossi corsi patrocinati dalla Regione, attenti all’empowerment delle donne in difficoltà e a fornire strumenti tesi a facilitare il riavvicinamento delle stesse al mondo del lavoro. Particolare attenzione sarà rivolta inoltre al progetto dell’Uepe di Catanzaro che prevede l’installazione di una panchina rossa all’interno della Casa circondariale di Siano, la presenza della Fondazione in campo nazionale con il patrocinio non oneroso concesso dalla “Lanzino” alla manifestazione “Donna tra le stelle” che si terrà ad Abano Terme, il partenariato  con la Caritas diocesana per il Progetto “Rischi nascosti”. Infine, si rinnoveranno i partecipati incontri di “occasioni culturali”, appuntamento bisettimanale la cui originalità è costituita dallo sguardo di genere che deve caratterizzare  ogni tematica affrontata.

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