La parola magica è Fondo rischi. È servita per capire quale fosse la reale condizione economica della più grande Azienda sanitaria provinciale della regione. Un’Asp divenuta per anni oggetto di scherno e mistero per via della impossibilità di calcolarne l’esposizione economica: bilanci mai approvati, altri clamorosamente bocciati e creduitori alla porta degli uffici di via Frugiuele con i decreti ingiuntivi o gli atti di pignoramento in mano.
«Abbiamo trovato cose indicibili!» esclama il direttore generale Graziano. Faccia un esempio, chiediamo incuriositi. Eccolo: «C’erano debiti falsi perchè ormai estinti e abbiamo trovato crediti fasulli non riscuotibili». Un bel guazzabuglio. Ma il meglio deve ancora venire perchè il manager pubblico ci racconta un’altra storia ancora più incredibile. «Ci siamo accorti che c’era una fattura di pagamento per 77.000 euro che era stata trasformata in 77 milioni!». Ma non è finita, perchè il pool incaricato di far luce su dati e cifre ha scoperto di un debito pagato solo sugli interessi e non sul capitale e di un altro debito di 15 milioni di euro su cui sono stati versati interessi per 7 milioni ciò anche a causa dei ritardi nei tempi di pagamento.
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