Il Comune è inerme (l’assessore Damiano Covelli ribadisce che «sono stati fatti tutti i passaggi possibile e immaginabili nelle competenze municipali rispetto all’Amaco»), la Regione muta, cieca e sorda, i sindacati confederali in stand-by, i lavoratori aspettano che accada qualcosa prima del 31 gennaio. Questa la situazione all’Amaco dopo che è andato a vuoto anche il secondo bando per il fitto di ramo d’azienda. Difficile fare previsioni e capire i possibili scenari. Certo è che dal 1. febbraio se ancora si dovesse essere al palo i bus non potranno fermarsi. Ma come si andrà avanti? Difficile rispondere all’interrogativo. Il curatore fallimentare Fernando Caldiero a breve dovrebbe pubblicare un terzo bando per tentare di dare in fitto il servizio di Tpl. Probabile che anche stavolta vi sia un solo soggetto interessato (il Consorzio Autolinee, la cui proposta l’altra volta è stata rigettata perchè ritenuta «inammissibile»). Ovvio che una delle parti dovrà fare un passo indietro per il bene del servizio pubblico e dei dipendenti: il possibile acquirente auspica che il bando in certe parti venga riveduto più di quanto sia stato fatto tra il primo e secondo avviso, ma il curatore pretende che anche dall’altra parte vi sia un atteggiamento collaborativo (riferito in particolare alla salvaguardia dei livelli occupazionali oltre alle questioni economiche).
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