Assoluzione è la parola chiave. Assoluzione è la parola che sintetizza la sentenza di secondo gradoi del processo istruito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro denominato “Sistema Rende”.
La Corte d’Appello di Catanzaro ha radicalmente riformato la sentenza di primo grado, del Gup distrettuale del tribunale del capoluogo di regione, mandando assolti nel processo denominato “Sistema Rende“, i boss delle organizzazioni criminali operanti nel contesto dell’area urbana.
“Perché il fatto non sussiste” è la formula con cui i giudici di secondo grado hanno risposto alle istanze del collegio difensivo – rappresentato dagli avvocati Cesare Badolato, Laura Gaetano, Angelo Pugliese, Gianluca Garritano, Maria Tassone e Giuseppe Manna – per i mammasantissima Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (condannati in primo grado rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione). Con l’identica formula sono stati assolti anche l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e Marco Paolo Lento (condannati in primo grado a 2 anni di carcere ciascuno).
I giudici d’Appello, nell’ambito dello stesso processo, hanno inoltre confermato le assoluzioni dei mammasantissima Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo.
L’inchiesta “Sistema Rende” presumeva che i rappresentanti della politica rendese, tra i quali anche Sandro Principe e Umberto Bernaudo, avessero stipulato un patto elettorale con i boss in cambio di favori. Il fulcro della presunta operazione sarebbe stato rappresentato dalle assunzioni nelle cooperative di tipo B del Comune di Rende.
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