Il nuovo atto aziendale declassa la Pneumologia e l'accorpa alla Medicina. Ma c'è anche la creazione “ex novo” di altre strutture. È una vera disdetta - anche se allo stato si tratta di un procedimento che dovrà passare il vagli della Conferenza dei sindaci e della Regione - quella che sta accompagnando questo sfortunatissimo presidio sanitario della Città del Pollino, tra l'altro l'unico della Provincia di Cosenza che ha sempre provato a dare risposte concrete ai degenti con gravi problemi respiratori. Le difficoltà iniziarono in epoca Covid e si sono materialmente riverberate, a distanza di alcuni anni, con la sempre cronica carenza di medici e personale infermieristico. Tutto con la perdita di posti letto e un'autonomia tanto faticosamente costruita nel corso di numerosi decenni da primari, ma anche dal personale in forza a questo importante presidio di salute dell'area del Pollino. Difficile capire cosa ci sia di produttivo quando si tagliano i posti letto e il personale. Si tratta di un grosso problema, quello della Sanità, che non è in alcun modo affrontato dalla politica locale, ormai silente difronte ad un sistema sanitario che non prevede alcun tipo di ricambio dei medici dirigenti, che tiene il personale sanitario nell'impossibilità di riposare, quindi impossibilitato ad effettuare le ferie e superare anche un'assenza motivata. Per la Pneumologia o Broncopneumologia, che ha svolto un'opera importantissima nel corso dell'era Covid, servirebbero più medici, inferi e gli operatori socio sanitari.
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