Un colpo di scena giudiziario. Determinato da una decisione assunta dalla Corte di legittimità. Il caso è quello del duplice omicidio di una coppia, Maurizio Scorza e Hanene Hendli avvenuo nelle campagne poste al confine tra Cassano e Castrovillari. L’efferato crimine venne consumato da due sicari che trucidarono prima l’uomo e poi la donna (con 14 pallottole calibro 99 il quattro aprile del 2022.
La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio, per nuovo esame al Tribunale della Libertà di Catanzaro, il giudizio sull’ordinanza di custodia cautelare in carcere riguardante la posizione di Francesco Faillace, 41 anni di Cassano All’Ionio, difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Leone Fonte, già detenuto nel carcere di Civitavecchia a seguito dell’operazione antimafia coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro e denominata “Athena”.
La misura nei confronti di Faillace era stata adottata sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi, in ordine ai delitti di omicidio premeditato in concorso e di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo con l’aggravante mafiosa.
Nell’udienza di questi giorni gli ermellini hanno ascoltato per oltre un’ora la ricostruzione del collegio difensivo che ha puntato le sue carte sulla ipotizzata inattendibilità del principale accusatore di Faillace, il testimone di giustizia Paolo Cantore, proprietario dell’autovettura ripresa dalle telecamere sui luoghi del duplice delitto. La Procura generale aveva chiesto l’inammissibilità del ricorso. I giudici della Suprema Corte, invece, all’esito dell’udienza, hanno accolto il ricorso dei due penalisti calabresi e hanno annullato il provvedimento emesso nei mesi scorsi dai giudici del Riesame del capoluogo di regione. I magistrati di legittimità hanno ordinato un nuovo giudizio davanti al Riesame di Catanzaro, che si terrà già nei prossimi giorni, indicando i parametri secondo i quali la vicenda a loro avviso andrebbe riletta. Il collegio giudicante dovrà chiaramente tenere conto di quanto deciso dalla Cassazione. Per l’uccisione di Scorza e Hendli è stato già condannato a 21 anni di reclusione, Francesco Adduci, il proprietario dell’azineda agricola all’interno della quale l’esecuzione sarebbe avvenuta. A parere del pm antimafia Alessandro Riello fu Adduci ad attirare in trappola la coppia con la scusa di dover consegnare un agnello da cucinare in occasione delle festività pasquali.
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